Debito pubblico Italia

Il debito delle Amministrazioni pubbliche italiane ha raggiunto nel mese di marzo 2025 i 3.033,9 miliardi di euro, con un incremento di 9,5 miliardi rispetto a febbraio. Lo rende noto la Banca d’Italia, che ha pubblicato il consueto bollettino mensile sul debito pubblico, il fabbisogno e le entrate tributarie.

L’aumento è stato determinato principalmente dal fabbisogno mensile delle Amministrazioni pubbliche, che ha toccato quota 23,7 miliardi, cifra che ha ampiamente compensato la riduzione delle disponibilità liquide del Tesoro pari a 13,9 miliardi (portandole a 62,2 miliardi) e gli effetti complessivamente neutri degli scarti e premi all’emissione e rimborso, della rivalutazione dei titoli indicizzati all’inflazione e delle variazioni dei tassi di cambio (valutati in -0,2 miliardi).

Nel dettaglio settoriale, la crescita è stata guidata dall’aumento del debito delle Amministrazioni centrali (+9,6 miliardi), mentre si è registrata una lieve contrazione per le Amministrazioni locali (-0,1 miliardi). Il debito degli Enti di previdenza è rimasto stabile. La vita media residua del debito pubblico italiano si è confermata pari a 7,9 anni, senza variazioni rispetto al mese precedente, un dato considerato in linea con le strategie di gestione del debito volte alla sostenibilità di lungo periodo.

Dal lato della detenzione del debito, si evidenzia una diminuzione della quota in mano alla Banca d’Italia, che è scesa al 20,5% (dal 20,8% di febbraio), proseguendo una tendenza di graduale disimpegno delle banche centrali nel mercato dei titoli pubblici. All’opposto, cresce la quota di debito detenuta da soggetti non residenti, passata dal 31,4% al 31,9% nel solo mese di febbraio, segno di un aumento dell’interesse estero verso i titoli di Stato italiani. Anche gli altri residenti, ossia principalmente famiglie e imprese non finanziarie, hanno incrementato la loro esposizione, salendo al 14,3% (dal 14,2%).


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