Camera dei deputati - Novità Superbonus
L'aula di Montecitorio durante il voto di fiducia. ANSA/RICCARDO ANTIMIANI

Con il voto nell’Aula della Camera del dl Aiuti si è consumato il primo strappo tra il Movimento Cinque Stelle e il Governo. La Camera dei deputati ha dato il via libera, con 266 voti a favore e 47 voti contrari al decreto Aiuti; votazione che non ha visto la partecipazione dei deputati 5stelle. Ora il provvedimento passa al Senato, dove dovrà essere approvato entro questa settimana, pena la decadenza.

Cinque stelle pronti all’addio

Il leader del M5s, Giuseppe Conte, stretto tra la responsabilità di un addio traumatico all’esecutivo e le fortissime spinte centrifughe nel suo partito, è in attesa di un segnale. Nonostante la linea dura sia prevalente, non tutti i 5 stelle sarebbero pronti all’addio. Uno strappo, secondo i calcoli degli ex compagni di squadra di Ipf porterebbe un’altra quindicina di parlamentari dalla parte di Di Maio. A complicare la vita della maggioranza di certo sono poi le proposte su cannabis e ius scholae, che vedono uniti a supporto Partito Democratico e Movimento e contrari Lega e FI.

L’affondo di Berlusconi: “Verifica di maggioranza”

E’ stato proprio il leader di Forza Italia, Silvio Berlusconi, a chiedere una verifica di maggioranza in seguito alle ultime decisioni dei deputati grillini.  “Così come siamo stati responsabili nel far nascere il governo Draghi – ha affermato Berlusconi –  altrettanto lo saremo nell’ultimo scorcio di legislatura. Ecco perché chiediamo che ci sia una verifica della maggioranza al fine di comprendere quali forze politiche intendano sostenere il governo, non a fasi alterne e per tornaconti elettorali, ma per fare le riforme e tutelare gli interessi degli italiani”.

Dopo l’ok alla fiducia, gli occhi sono puntati su Palazzo Madama dove il voto di fiducia e quello sul testo sono contestuali e non è escluso, come evidenzia anche in un colloquio con Repubblica il ministro pentastellato Patuanelli, che il partito possa uscire dall’Aula. Un gesto che non avrebbe conseguenze sull’esito della votazione ma non potrebbe non avere una eco da quello politico.

Il Pd prova a evitare lo strappo

I Dem tendono una mano ai pentastellati che – consegnato il documento con le loro nove priorità al premier Mario Draghi – hanno un piede dentro e uno fuori dall’esecutivo. Basta con i politicismi, è il messaggio del partito democratico che, che indicano una via concreta per uscire dall’impasse: lavorare sui temi, “dando risposte sui salari e sul welfare”.

Per il vicesegretario del Partito Democratico, Peppe Provenzano, è questa la chiave di volta: sia durante questa esperienza di governo, sia per le future alleanze: “La grande sfida per i progressisti è dare risposte ora sui salari e sul welfare al governo, e con una proposta di radicale cambiamento per vincere le elezioni”. La consonanza con le proposte portate da Giuseppe Conte a Palazzo Chigi è evidente ed è su questo che si lavorerà nei prossimi giorni per arrivare ad un punto di sintesi.