A un anno dalla presentazione del suo report per la Commissione europea, Mario Draghi lancia un nuovo allarme sul futuro economico dell’Unione. Intervenendo alla conferenza “A un anno dal report Draghi”, l’ex presidente della Banca centrale europea ha evidenziato come il debito pubblico dell’Ue sia destinato a crescere di dieci punti percentuali nel prossimo decennio, raggiungendo il 93% del Pil.
Un dato che, secondo Draghi, risulta ancora più preoccupante se confrontato con le previsioni formulate in passato: “Le ipotesi di crescita erano più ottimistiche della realtà odierna. L’Europa si trova quindi in una situazione più difficile. Il nostro modello di crescita sta svanendo. Le vulnerabilità stanno aumentando e non esiste un percorso chiaro per finanziare gli investimenti che ci servono”.
A ribadire l’urgenza di un cambio di passo è stata anche Ursula von der Leyen, presidente della Commissione europea, che ha aperto i lavori della conferenza sottolineando come “il business as usual, l’ordinaria amministrazione, non funzioni più”.
Von der Leyen ha ricordato che “ogni singolo Paese membro ha approvato la relazione Draghi, così come il Parlamento europeo” e ha rilanciato la necessità di trasformare le raccomandazioni in azioni concrete: “Sappiamo tutti cosa bisogna fare. I cittadini europei si aspettano che la nostra democrazia decida, agisca e dia risultati. Abbiamo già dimostrato cosa è possibile quando abbiamo ambizione, unità e urgenza. È una nostra scelta”.
L’incontro di oggi, nelle intenzioni di Bruxelles, segna un punto di verifica ma anche di rilancio: il futuro della competitività europea, messo in discussione dalla transizione digitale, dalla sfida energetica e dai mutamenti geopolitici, richiede scelte rapide e una strategia condivisa.
Leggi le notizie di Piazza Borsa
Per restare sempre aggiornato, segui i nostri canali social Facebook, Twitter, Instagram e LinkedIn











