Elezione presidente della Repubblica in seduta plenaria
Il Parlamento riunito in seduta plenaria per l'elezione del Presidente della Repubblica

Il grande giorno è arrivato: dopo settimane di ipotesi, autocandidature e proposte, il Parlamento riunito in seduta plenaria è chiamato ad eleggere il presidente della Repubblica.
Con ogni probabilità non basterà la sola giornata di lunedì per decretare il tredicesimo Capo dello Stato, ma saranno necessarie almeno quattro “chiame” prima di conoscere chi sarà il successore di Sergio Mattarella per i prossimi sette anni.

Si tratta di un’elezione indiretta che, cioè, non vede l’intervento diretto dei cittadini: saranno 1009 “grandi elettori“, tra parlamentari e 58 delegati regionali scelti dai consigli delle Regioni (tre per ciascuna e uno per la Valle d’Aosta).

Quirinale 2022 ed emergenza covid

Normalmente votano insieme e nello stesso momento, ma a questo giro le regole saranno diverse per via della pandemia. Ci sarà un solo scrutinio al giorno – mentre in passato capitava che se ne facessero due – a partire dalle 15. I grandi elettori voteranno divisi per fasce orarie e in ordine alfabetico, in gruppi di non più di cinquanta persone; misure per consentire la sanificazione delle cabine e delle superfici tra un gruppo e l’altro. Si parte dai senatori a vita, poi i senatori, i deputati e infine i delegati regionali.

I circa trenta parlamentari attualmente positivi al covid voteranno invece in un seggio speciale allestito, su disposizione del presidente della Camera Roberto Fico in un parcheggio adiacente alla Camera dei deputati.

Ogni cittadino o cittadina che abbia compiuto il cinquantesimo anno di età e che abbia diritti civili e politici è potenzialmente eleggibile.

Prima di ogni scrutinio verrà effettuata una chiama, cioè in sostanza un appello per verificare le presenze e contemporaneamente chiamare al voto. Poi se ne farà una seconda per chi non era presente alla prima. Il voto è segreto e fino alla scorsa elezione, quella del 2015 in cui venne eletto Sergio Mattarella, si votava all’interno di grosse cabine tendate detti catafalchi, per poi uscire e inserire la scheda nella cesta apposita (detta anche insalatiera). Sempre per ragioni sanitarie – le tende sono complicate da sanificare – a questo giro i catafalchi verranno sostituiti da cabine che facilitano la circolazione dell’aria.

Scrutini, soglie e maggioranze

Nei primi tre scrutini è necessario avere la maggioranza qualificata per eleggere il presidente, ossia i due terzi dei grandi elettori: 673 voti. Dal quarto scrutinio in poi basta invece la maggioranza assoluta, cioè il cinquanta per cento più uno, 505 voti. Queste due soglie, anche dette quorum, non variano in base ai votanti.

Una volta eletto, il nuovo presidente presta giuramento nel giro di qualche giorno.