Diritti tv geo blocking - dazn

Con 376 voti a favore, il Parlamento dell’Unione europea ha approvato l’abolizione del geo-blocking. Una rivoluzione che non riguarda soltanto il calcio e lo sport, ma ingloba anche il mondo dei film e delle serie tv in streaming.

Il geo-blocking fino ad oggi ha impedito ai cittadini di un Paese di iscriversi a servizi streaming di un altro Paese: ad esempio, un italiano non può abbonarsi ad emittenti streaming spagnole o francesi, né per gli sport né per altri continenti. Proprio per questo ogni piattaforma ha potuto praticare prezzi da ‘monopolio’ in un mercato libero.

Con l’abolizione del geo blocking, già dal 2025 potrebbe cambiare tutto. Se la Commissione europea dovesse ufficialmente abolire il blocco geografico nel nuovo regolamento del 2025, non ci sarebbero più limitazioni per abbonamenti a servizi streaming. Un discorso che varrebbe sia per i film che per lo sport. Ad esempio, un italiano potrà guardare la Serie A abbonandosi a Movistar + (che ha i diritti del campionato italiano in Spagna): cosa che oggi invece non è possibile fare. Stesso discorso varrebbe per Amazon, Netflix e le piattaforme più note e non solo.

Trema la Lega Serie A

Un provvedimento che fa tremare le leghe sportive (calcistiche) di tutto il mondo, Italia in testa. E’ noto infatti che proprio dai diritti tv dipendono le sorti dell’intero sistema e delle società. L’amministratore delegato della Lega Serie A, Luigi De Siervo, non ha dubbi: “Ci opponiamo strenuamente all’abolizione del geoblocking perché metterebbe a serio rischio la sostenibilità economica del settore calcio e film in tutta Europa, cancellerebbe le diverse identità distributive nazionali e conseguentemente porterebbe un indebito vantaggio alle grandi piattaforme OTT americane come Netflix, Amazon, Disney etc. Tutti i più importanti operatori del mondo sportivo, dalle Leghe ai broadcaster – ha aggiunto -, ma anche l’intero comparto cinematografico, hanno capito il rischio di un simile provvedimento e hanno firmato un appello pubblico, proprio perché questa decisione andrebbe contro ogni logica e impatterebbe in modo negativo sugli stessi consumatori, che avrebbero meno scelta di contenuti con un aumento conseguente dei prezzi. Vogliamo restare ottimisti visto che vi sarebbero conseguenze irreparabili eliminando l’utilizzo del geo-blocking, che serve proprio per proteggere il nostro prodotto e la nostra cultura”.

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