“Se la stima preliminare relativa al terzo trimestre dovesse essere confermata, l’obiettivo di crescita per l’anno in corso contenuto nel Documento programmatico di Bilancio (0,8%) potrebbe essere soggetto ad una – sia pure contenuta – correzione al ribasso. Allo stato, risulta trascurabile l’impatto sulla crescita del 2024″, lo ha detto il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti in audizione sulla manovra alle commissioni riunite Bilancio di Camera e Senato.
Debito pubblico
Nell’intervento in commissione, il ministro ha focalizzato la sua attenzione sulla visione a lungo raggio della manovra che mira, a suo dire, “a garantire la sostenibilità del debito pubblico, attraverso miglioramenti significativi del saldo primario strutturale nei prossimi tre anni. Il rapporto debito/Pil si conferma su un profilo decrescente, fino a un livello del 139,6%nel 2026. Quanto agli andamenti di medio termine, siamo pienamente impegnati a realizzare l’aggiustamento di bilancio necessario per rendere la riduzione del debito sostenibile e resiliente agli shock negativi“.
I vincoli di bilancio
“Non abbiamo rinunciato ad introdurre alcune misure che guardano al medio-lungo periodo a partire da un pacchetto di misure per favorire la natalità e la genitorialità rivolta soprattutto ai nuclei più numerosi”, ha specificato Giorgetti. “La manovra è stata costruita all’interno di stringenti vincoli di bilancio. Il primo è rappresentato dall’onere dell’interesse sul debito pubblico. L’andamento del rapporto debito-Pil nei prossimi anni è fortemente influenzato dall’aumento di fabbisogno di cassa legato al superbonus”. Il ministro ha ricordato che “il disavanzo pubblico è destinato a scendere sotto la soglia del 3% entro il 2026“.
La stretta sull’adeguamento delle delle aliquote di rendimento di alcune gestioni previdenziali, come quelle dei medici e sanitari, del personale degli enti locali, dei maestri di asili nido comunali e degli ufficiali giudiziari (CPDEL, CPS, CPI, CPUG) è stata necessaria per superare una “disomegenietà” di trattamento rispetto ad altre categorie di lavoratori dipendenti. Lo ha precisato il ministro. “Questa misura costituisce la manutenzione di una normativa alla quale non si è provveduto in sede di attuazione amministrativa e della quale, nel corso del tempo, era stata evidenziata da più parti la criticità, poiché accentuava un trattamento disomogeneo tra dipendenti solo sulla base della gestione previdenziale di riferimento”.
La riduzione delle liste d’attesa “è una priorità del governo, che ritiene assolutamente necessario garantire il diritto alla salute di tutti i cittadini”, ha rimarcato Giorgetti. “Si incrementa il livello del finanziamento del fabbisogno sanitario nazionale standard, di competenza dello Stato, per un importo di 3 miliardi per il 2024, 4 miliardi per il 2025 e 4,2miliardi annui a decorrere dal 2026”: quindi “le risorse adisposizione del servizio sanitario continueranno a crescere nel tempo, con un finanziamento di 134 miliardi nel 2024, 135,4miliardi nel 2025 e 135,7 miliardi nel 2026”, ha detto.
“Sulla vicenda dell’articolo 33, sulle pensioni dei medici, vedremo come dare una risposta, evidentemente è un problema che noi ci poniamo. La pensione anticipata rispetto a quella di vecchiaia – ha infatti detto il ministro introducendo il tema dell’articolo della manovra sulle pensioni di alcune categorie di dipendenti pubblici – dovrebbe ricondurci all’ammontare dei contributi versati specialmente nel momento in cui questo permette il cumulo del reddito quando si va in pensione di anzianità. Con questo rispondo implicitamente, ma non traggo conclusioni, sulla vicenda dell’art 33 dei medici”.