Sciopero di 8 ore dei settori della conoscenza, del pubblico impiego e della sanità e degli appalti di ristorazione, pulizia e vigilanza, e dei Consorzi di Bonifica, e di 4 ore – dalle 9 alle 13 – per il trasporto pubblico locale.
Venerdì 17 novembre, anche in Campania, Cgil e Uil saranno in piazza per il primo dei cinque scioperi indetti dalle due confederazioni contro la manovra economica e finanziaria del Governo Meloni.
A Napoli, in piazza Plebiscito a partire dalle 10:00, la manifestazione regionale. Le motivazioni della giornata di sciopero sono state illustrate questa mattina, in conferenza stampa, dai segretari generali di Cgil e Uil Napoli e Campania, Nicola Ricci e Giovanni Sgambati.
“É uno sciopero – ha affermato Nicola Ricci – che per noi rimane ‘generale’, al di là di ciò che pensano la Commissione di garanzia o il ministro Salvini. É una mobilitazione che crescerà fino al 1° dicembre, con la mobilitazione delle regioni del Mezzogiorno e una grande manifestazione a Napoli. Interpretiamo l’iniziativa di Salvini come un attacco al diritto di sciopero, è evidente che quella di Salvini è una provocazione di natura politica, il vice premier non ha rispetto dei lavoratori che rinunciano a una giornata di paga e non tiene conto di un diritto riconosciuto dalla Costituzione. Il sindacato non è irresponsabile, esercitiamo il diritto di sciopero rispettando le fasce di garanzie per evitare quanto più possibile i disagi ai cittadini”.
“Abbiamo sempre rispettato le regole ogni volta che abbiamo organizzato gli scioperi e se Salvini crede di spaventarci o di farci indietreggiare si sbaglia profondamente. Lo seppelliremo con una grande risata” ha affermato Giovanni Sgambati, prendendo in prestito una frase del secolo scorso. “Lo sciopero – ha aggiunto – è il grido di protesta del mondo del lavoro e dei cittadini. Loro ci chiedono di intervenire contro un governo che non dà risposte e adesso vuole anche negarci il diritto allo sciopero che i lavoratori, voglio ricordarlo, pagano. Gli scioperi di questi giorni in diverse date e in diversi luoghi del paese non sono un punto di arrivo ma di partenza delle nostre battaglie affinché non avremo risposte”.