In Italia il potere d’acquisto è in aumento, ma i consumi delle famiglie non ripartono. A fotografare questa contraddizione è l’Ufficio studi di Confcommercio, che ha presentato un approfondito rapporto sui consumi degli italiani durante il Forum annuale dell’associazione, organizzato a Villa Miani a Roma in collaborazione con The European House – Ambrosetti.
Il quadro che emerge è chiaro: gli italiani hanno risorse, ma scelgono di non spenderle. Un comportamento che riflette un misto di prudenza economica, incertezze sul futuro e memorie collettive legate a decenni di crescita debole, crisi improvvise e alla fiammata inflazionistica del 2022, che ha colpito duramente il potere d’acquisto reale.
A incidere ulteriormente sulla debolezza della domanda interna sono le basse dinamiche di redditi e salari, che non riescono a tenere il passo con il costo della vita e con l’inflazione anche quando quest’ultima rallenta. Il consumo resta il grande assente della ripresa economica, nonostante segnali di miglioramento in altri settori.
Nel 2025, secondo i dati del rapporto, la propensione al risparmio delle famiglie italiane è salita al 9%, toccando livelli storicamente elevati. Questo significa che, pur in presenza di un miglioramento delle condizioni reddituali rispetto ai periodi più critici, le famiglie scelgono di rimandare le spese e accumulare riserve, probabilmente in previsione di nuove incertezze future.
Un dato che lancia un segnale preciso anche alla politica economica: per far ripartire i consumi non basta stimolare l’offerta, bisogna lavorare sul clima di fiducia e sulla crescita reale dei salari.
Leggi le notizie di Piazza Borsa
Per restare sempre aggiornato, segui i nostri canali social Facebook, Twitter e LinkedIn