Da Kiev e da tutta l’Ucraina le colonne di profughi non si contano. In Italia c’è la comunità di ucraini più numerosa in Europa: pur non essendo un paese confinante al teatro di guerra, si presume che una parte consistente del flusso degli sfollati si dirigerà nel nostro Paese.
Il flusso si preannuncia imponente. Secondo l’Associazione Italia-Ucraina potrebbero essere circa 800-900 mila le persone in fuga dalle bombe di Mosca che arriveranno nel nostro Paese: gli ucraini in Italia sono circa 250 mila, molti di loro hanno parenti che cercheranno di raggiungerli qui e ogni famiglia ucraina ha in media 2-3 figli.
Gli ucraini “italiani” sono in gran parte perfettamente integrati, e hanno un lavoro. Nel complesso però, man mano che i tempi della guerra si allungano, la situazione potrebbe diventare sempre più grave. Gli sfollati interni potrebbero raggiungere i 6-7,5 milioni e i rifugiati fra i 3-4 milioni. Sono stimate in circa 400 mila le persone che hanno lasciato l’Ucraina, in direzione principalmente dei Paesi vicini. E sempre nei prossimi mesi, saranno 18 milioni le persone che potrebbero necessitare di aiuti umanitari.
Le rassicurazioni del presidente Draghi
A tal proposito l’Italia, ha assicurato il presidente del Consiglio Mario Draghi, “E’ impegnata in prima linea per sostenere l’Ucraina dal punto di vista umanitario e migratorio. Un milione di euro alla Croce rossa, quattro tonnellate di materiale sanitario, invio di beni per l’assistenza alla popolazione e il dispiegamento di assetti sanitari da campo. Nel cdm di ieri abbiamo deciso di stanziare 10 milioni di euro a carico del fondo dell’emergenza nazionale per assicurare soccorso e assistenza alla popolazione ucraina”.
Corridoi umanitari, inoltre, sono stati attivati per i minori orfani, perché possano raggiungere il nostro Paese al più presto e in sicurezza. I bambini sono la priorità assoluta.
Mosse che vanno in parallelo a quelle dell’Ue. Giovedì a Bruxelles si riuniranno i ministri dell’Interno e dovrebbe arrivare il via libera alla direttiva sulla protezione temporanea dei migranti. Si tratterebbe in sostanza di un visto temporaneo di un anno, rinnovabile, che eviterebbe di dover attivare onerose procedure di asilo dopo i 90 giorni di soggiorno senza visto. La direttiva, inoltre, non contempla quote obbligatorie per i vari paesi: saranno i profughi a scegliere in che paese andare, lavorare, andare a scuola e ottenere assistenza sanitaria.
Un fondo di 500 mila euro per studenti, ricercatori e professori ucraini
Per i profughi, il decreto approvato ieri, fissa la dichiarazione dello stato di emergenza. Il provvedimento istituisce anche un apposito Fondo da 500 mila euro per finanziare misure di sostegno per studenti, ricercatori e docenti ucraini affinché possano svolgere le proprie attività presso università ed enti di ricerca italiani. La misura, promossa dal Ministero dell’Università e della Ricerca, è contenuta nel decreto-legge approvato il 28 febbraio in Consiglio dei Ministri e riguarda sia studenti, ricercatori e professori già presenti in Italia sia coloro che dovessero, in futuro, giungere nel nostro Paese e avere bisogno di accoglienza. Il Mur spiega che gli strumenti che potranno essere attivati sono di varia natura. Per gli studenti, in particolare, sono previsti tutti i mezzi per garantire loro il diritto allo studio, partendo dalle borse di studio e dagli alloggi.
E’ partita la macchina della solidarietà italiana
Sul territorio italiano la macchina è in movimento: il governo ha detto sì all’incremento di 13 mila posti nei Centri di accoglienza straordinaria (Cas) e altri 3 mila nel Sai, il Sistema di accoglienza e immigrazione che si basa su una distribuzione diffusa in piccole strutture o in famiglie, che di recente ha accolto migliaia di afghani.
Nelle prefetture sono state già convocate riunioni operative, e la rete della Chiesa ha attivato iniziative di solidarietà. Tra le iniziative ci sono quelle di utilizzare alloggi studenteschi e alberghi, anche quelli già usati come Covid Hotel.