Nervi tesissimi tra i partiti di maggioranza ed opposizione. Il Governo vacilla sulla riforma fiscale e in particolare le novità relative alla riforma del catasto (articolo 6). Il testo è al vaglio della commissione Finanze della Camera e il sottosegretario all’Economia Guerra ha sostanzialmente posto un aut aut: senza il via libera alla riforma del catasto, l’esperienza del Governo finisce.
Cosa prevede la riforma
Lo scopo della riforma è di portare alla luce immobili e terreni non accatastati e, dunque, considerati “fantasma” dall’Agenzia delle Entrate. Su questi beni, infatti, come si può intuire, i proprietari non pagano tasse causando miliardi di ‘mancato incasso’ per la tesoreria statale. La riforma, in caso di approvazione, renderà più semplice il ‘dialogo’ tra Comuni e Agenzia delle Entrate per un censimento di tutti gli immobili presenti sul territorio.
La riforma prevede poi che ciascuna unità immobiliare abbia, oltre alla rendita catastale determinata secondo la normativa attualmente vigente, anche il relativo valore patrimoniale e una rendita attualizzata in base, ove possibile, ai valori normali espressi dal mercato. Sulle modalità di assegnazione di questo ulteriore parametro non è indicata una via precisa.
Non più vani ma metri quadrati

E ancora, per le unità immobiliari riconosciute di interesse storico o artistico, sarebbero introdotti sgravi che tengono conto dei costi manutenzione e conservazione. Aumenterebbe poi il numero delle zone catastali delle città. La superficie degli immobili residenziali non sarebbe più calcolata ed espressa in vani catastali, ma in metri quadrati. Si procerebbe anche a una nuova classificazione degli edifici, che con la riforma saranno distinti tra “ordinari” e “speciali”.
Maggioranza spaccata: a rischio la tenuta del Governo
Per Palazzo Chigi il passaggio è dirimente: la mappatura del catasto “deve passare”, è il messaggio inviato alle forze politiche, tramite la sottosegretaria al Mef Maria Cecilia Guerra. “Se l’articolo 6 non viene approvato si ritiene conclusa l’eperienza di governo” dice quindi in modo insolitamente ultimativo in commissione Finanze la sottosegretaria di Leu, dopo che la richiesta avanzata la sera prima ai partiti di ritirare tutti gli emendamenti sul catasto è andata a vuoto. In commissione scoppia il caos. L’ipotesi sul tavolo è quella di trovare il modo per mettere nero su bianco che la nuova mappatura degli immobili non deve portare alcun aumento di tasse per i cittadini da qui al 2026.
La Lega resta ferma sullo stalcio, gli altri partiti del centrodestra, ma anche qualche deputato del gruppo Misto, lamentano una questione di metodo, e leggono come una ingerenza eccessiva la presenza del consigliere di Draghi, Francesco Giavazzi, alle riunioni tra maggioranza e governo. M5S e Pd sposano la linea dell’esecutivo e invitano a trovare una soluzione.
Il voto è stato rinviato a giovedì, ma la partita ora di fatto è tutta in mano a Matteo Salvini. Decisiva anche Forza Italia che sulle tasse sulla casa ha costruito per anni le sue campagne politiche.