“In Italia nell’ultimo decennio la differenza tra i laureati che sono andati all’estero e quelli che sono rientrati è di 80.000 persone”. A dirlo è il chief economist di Intesa Sanpaolo, Gregorio De Felice, in occasione della presentazione di ‘Look4Ward’ l’Osservatorio per il lavoro di domani.
Dati che rappresentano un campanello d’allare fortissimo per il rilancio del Paese che proprio sulla formazione dei dirigenti di domani dovrebbe fondare le proprie strategie presenti e future.
I giovani scappano all’Estero talvolta per trovare sbocchi lavorativi negli ambiti di specializzazione, in cerca di salari adeguati alla formazione e alle capacità.
“Il punto dolente del sistema paese è il capitale umano”, sottolinea De Felice, spiegando che in questo modo il paese “perde costantemente valore, perde il suo capitale umano”.
E questo avviene in un paese “che presenta la percentuale più elevata di Neet dell’Unione Europea”, pari a 3 milioni di giovani tra 15 e 34 anni.
Difficoltà per le aziende italiane
Tra i nodi cruciali c’è sicuramente quello delle competenze.
Tant’è che, a fronte di un tasso di disoccupazione del 7,8%, che sale al 22,3% tra i giovani, il 45% delle aziende italiane non riesce a reperire la manodopera necessaria allo sviluppo. E’ il principale dato che emerge dall’Osservatorio “Look4ward”, che ha l’obiettivo di monitorare i fabbisogni di nuove competenze.
Realizzato da Intesa Sanpaolo, con l’Università Luiss Guido Carli e in partnership con Siref Fiduciaria, Accenture e Digit’Ed, l’osservatorio permanente “fornisce, attraverso analisi semestrali, un supporto scientifico che la banca e i partner coinvolti intendono mettere a disposizione di imprese, istituzioni, associazioni e terzo settore”, spiega la responsabile Social Development and University Relations Intesa Sanpaolo, Elisa Zambito Marsala. Con cadenza semestrale verrà pubblicato uno studio sulle competenze del mercato del lavoro nei settori Hospitality, Agrifood, Energy,Social & Health, Banking, It, per far emergere quali sono necessarie alla riqualificazione delle figure professionali e favorire l’inclusione socio-lavorativa.