Hydrogen valley

Sul sito del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica è stato pubblicato il decreto direttoriale che dà il via libera alla realizzazione delle hydrogen valleys. Si tratta di un investimento Pnrr con cui intendiamo sostenere la produzione di idrogeno verde in aree industriali dismesse, soprattutto del sud Italia, con il duplice obiettivo di convertire gli stabilimenti inutilizzati e favorire la crescita delle fonti energetiche rinnovabili”. Lo annuncia il viceministro del Ministero dell’Ambiente dello Sviluppo economico, Vannia Gava. Sono 450 milioni di euro le risorse messe in campo.

Cosa sono le Hydrogen Valley

Con la definizione di hydrogen valleys si intendono delle aree con economia in parte basata su idrogeno grazie alla produzione in loco ed il suo utilizzo nell’industria e nel trasporto locale. Per contenere i costi della loro realizzazione verranno appunto utilizzate aree dismesse già collegate alla rete elettrica dove installare in una prima fase elettrolizzatori per la produzione di idrogeno mediante energia proveniente da fonti rinnovabili.

Sempre in questa prima fase, il trasporto dell’idrogeno alle industrie locali avverrà su camion o, nel caso in cui l’area abbandonata sia già allacciata alla rete del gas, su condotte dedicate già esistenti. In aggiunta, per aumentare la domanda, il PNRR prevede “la possibilità di effettuare rifornimento con idrogeno nelle stazioni per camion o trasporto pubblico locale”.

Il piano

“L’idrogeno verde sarà direttamente utilizzato nell’industria, nelle Pmi e nel trasporto locale – dichiara ancora Gava -, promuovendo così la crescita economica locale in un’ottica di decarbonizzazione e maggiore sostenibilità”.

Il provvedimento, a cui è allegato anche il bando tipo che le Regioni e le Province autonome possono utilizzare per la concessione dei finanziamenti, consentirà di procedere con l’aggiudicazione degli appalti entro il primo trimestre del 2023.

Nello stesso periodo, il Ministero assegnerà anche 2 miliardi per l’utilizzo dell’idrogeno nell’industria hard-to-abate, contribuendo così, alla progressiva introduzione di vettori energetici rinnovabili in sostituzione dei fossili.