crescono gli emigranti italiani
Young man with backpack in airport near flight timetable

I giovani non credono più nell’Italia. Sono sempre di più gli under 35 che lasciano il nostro Paese per trovare fortuna all’estero.

«Si era soliti affermare che l’Italia da paese di emigrazione si è trasformato negli anni in paese di immigrazione: questa frase non è vera». Inizia così il rapporto Italiani nel Mondo 2022 promosso dalla Fondazione Migrantes che conferma come il numero degli italiani residenti all’estero abbia superato quello degli stranieri residenti in Italia.

«Negli ultimi difficili anni di limitazione negli spostamenti a causa della pandemia, di recessione economica e sociale, di permanenza di una legge nazionale per l’immigrazione sorda alle necessità del tessuto lavorativo e sociodemografico italiano, la comunità dei cittadini italiani ufficialmente iscritti all’Anagrafe degli Italiani Residenti all’Estero (Aire) ha superato la popolazione di stranieri regolarmente residenti sul territorio nazionale», si legge nel report.

Alcuni numeri allarmanti

L’indagine parla di «un’Italia interculturale», in cui l’8,8% dei cittadini regolarmente residenti sono stranieri (in valore assoluto quasi 5,2 milioni), mentre il 9,8% dei cittadini italiani risiedono all’estero (oltre 5,8 milioni). Dal 2006 al 2022 la mobilità italiana è cresciuta dell’87% in generale, del 94,8% quella femminile, del 75,4% quella dei minori e del 44,6% quella per la sola motivazione espatrio.

L’Europa è al primo posto tra le destinazioni scelte dalle persone che hanno deciso di lasciare l’Italia. «Il 78,6% di chi ha lasciato l’Italia per espatrio nel corso del 2021 è andato in Europa, il 14,7% in America, più dettagliatamente latina (61,4%), e il restante 6,7% si è diviso tra continente asiatico, Africa e Oceania». Mentre le regioni dove si verifica il maggior numero di partenze sono la Lombardia, il Veneto e l’Emilia Romagna. «Il 53,7% (poco più di 45 mila) di chi ha lasciato l’Italia alla volta dell’estero per espatrio nell’ultimo anno lo ha fatto partendo dal Settentrione d’Italia, il 46,4% (38.757), invece, dal Centro-Sud.

Il Nord Italia abbandonato dai ‘migranti’ del Mezzogiorno

La Lombardia (incidenza del 19,0% sul totale) e il Veneto (11,7%) continuano ad essere, come da ormai diversi anni, le regioni da cui si parte di più. Seguono: la Sicilia (9,3%), l’Emilia-Romagna (8,3%) e la Campania (7,1%). Tuttavia, dei quasi 16 mila lombardi, dei circa 10 mila veneti o dei 7 mila emiliano-romagnoli molti sono, in realtà, i protagonisti di un secondo percorso migratorio che li ha portati dapprima dal Sud al Nord del Paese e poi dal Settentrione all’oltreconfine».