Gender gap
"Step in inequality" è l'opera della designer giapponese Kazunori Shiina che ha vinto nel 2016 il Clio Award

Importante voto quest’oggi all’Eurocamera che ha dato il via libera definitivo alle nuove regole contro il cosiddetto ‘gender pay gap’, il divario di salario tra donne e uomini. Il testo è stato approvato con 427 voti favorevoli, 79 contrari e 76 astensioni, e mira a contrastare il divario retributivo tra i generi.

Le nuove regole, che sono vincolanti per i 27, impongono che le strutture retributive siano basate su criteri neutrali rispetto al genere, sia nel privato e nel pubblico.

Inoltre, dovranno essere introdotti sistemi di valutazione o classificazione professionale neutri sotto il profilo del genere, così come dovranno esserlo gli avvisi di posto vacante e la denominazione delle posizioni lavorative.

Gender-gap e altre discriminazioni

Le differenze non riguardano solo l’occupazione, ma anche il tipo di posizione ricoperta.

La “segregazione verticale” è un’altra forma di discriminazione che consiste nel serrare la strada verso il successo: le donne trovano lavoro, ma devono faticare molto di più per raggiungere posizioni manageriali. E non è detto che la fatica sia ricompensata.

In Italia, dati Eurostat del 2019 segnalano una grande sproporzione tra numero di uomini e donne posti a capo di posizioni di rilievo. Anche in Lettonia, Paese col tasso più alto di manager donne in Europa, la soglia è sotto il 50%; mentre in Italia siamo fermi al 28%. Tasso, quest’ultimo, incrementato, di appena 0.3% negli ultimi dieci anni.

Anche qui, bisogna quindi fare attenzione nel controllare i dati: spesso, un aumento dell’occupazione non corrisponde a una reale riduzione delle disuguaglianze.

E il salario?

Secondo il Wolrd Inequality Report, che misura la quota di redditi del lavoro femminile, questa era pari a circa 35% nel 2021. Basso, sì; ma comunque un salto avanti di addirittura 4 punti, in circa trent’anni…

In relazione al salario, il gender-gap nel settore pubblico non sembra troppo profondo. Diverso il discorso sul privato, dove le stime segnano un media di 20% di differenziale salariale uomo-donna.

Il confronto con l’Europa

Le disuguaglianze non si limitano all’ambito lavorativo. Il Woman, Peace and Security Index 2021/2022 del Georgetown Institute è un indice nato per valutare la qualità della vita delle donne nei vari Paesi, in termini di uguaglianza, giustizia e sicurezza.