Draghi Manfredi patto per Napoli patrimonio

La delibera 437 è stata approvata a maggioranza, con il voto contrario di Guangi e Savastano, e riguarda il conferimento di una serie di immobili del patrimonio comunale al Fondo Comparto Napoli, gestito in collaborazione con Invimit, nell’ambito degli impegni del Patto per Napoli.

Si tratta dell’altra faccia della medaglia del piano siglato con l’allora premier Draghi dal neo sindaco Gaetano Manfredi.

Il Fondo sarà composto per il 70% dal Comune e per il 30% da Invimit, includendo 600 immobili del patrimonio comunale. Una parte di essi, del valore di circa 43 milioni di euro, sarà ceduta direttamente al Fondo, mentre altre strutture, come 3 caserme, saranno vendute allo Stato per 3 milioni di euro. Gli immobili comprendono il Palazzo Cavalcanti, i depositi ANM di Posillipo e del Garittone, l’ex Villa Cava a Marechiaro, la Galleria Principe di Napoli e parte dello stabile in Via Egiziaca a Pizzofalcone.

L’obiettivo è la valorizzazione, non la cessione, con una successiva riflessione sulla destinazione d’uso e sulle modifiche al Piano Regolatore Generale, coinvolgendo sempre il Consiglio comunale. Alcuni membri del Consiglio hanno espresso preoccupazioni e perplessità, ma la maggior parte ha sottolineato l’importanza della valorizzazione e della partnership con Invimit per gestire il patrimonio immobiliare comunale in modo più efficace. La delibera è stata considerata un passo significativo per la gestione del patrimonio comunale.

“No alla svendita del patrimonio”

Delibera importante per Salvatore Guangi (Forza Italia), che però ha espresso preoccupazioni riguardo alla possibilità di svendita del patrimonio e al possibile indebolimento delle funzioni della Napoli Servizi. Condivide l’idea di cambiare la destinazione d’uso degli immobili prima della cessione al fondo, per migliorarne la redditività. Ha annunciato un voto negativo alla delibera, sottolineando la necessità di chiarimenti sul destino del Garittone.

Le rassicurazioni di Manfredi

Il sindaco Gaetano Manfredi ha svolto alcune considerazioni sul senso politico di questa delibera, che parte dal presupposto che la gestione del patrimonio non equivale alla sua dismissione. In precedenza non c’è stato un potere contrattuale del Comune nella vendita del patrimonio, e da ciò deriva il valore del Fondo che si sta costituendo con Invimit, frutto di due anni di lavoro, che non è un fondo speculativo e che quindi consente una gestione pubblica e non aggressiva del patrimonio , con la possibilità di effettuare scelte flessibili, come ad esempio il mantenimento di affitti calmierati in alcuni immobili .

Per valorizzare servono soldi, ha ricordato, e in questo senso è importante poter contare su un partner finanziario con il quale avviare un percorso virtuoso, che consentirà ad alcune tipologie di immobili di essere destinate al fondo ed essere gestite in maniera efficiente, tenuto conto che il Comune è sempre titolare del 70% del Fondo. Un altro dato significativo è il lavoro fatto sul fabbricato di via Egiziaca, che tutelerà le famiglie che legittimamente sono lì, e che ora andrà sul mercato in maniera trasparente.

Sono segnali politici importanti la credibilità per poter stare sul mercato e il riconoscimento della serietà della città, che è in grado come altre città italiane di attrarre capitali, un viatico per future operazioni finanziarie nelle quali il Comune potrà agire come main partner. Sul cambio di destinazione d’uso degli immobili, ha concluso , il processo va di pari passo con la modifica del Piano Regolatore, che a breve si inizierà a rivedere. Sulla gestione del patrimonio, Manfredi ha infine annunciato la nascita di una società del Patrimonio, che avrà il compito di amministrare con competenza e managerialità adeguate questi beni, senza penalizzazioni dei lavoratori che finora se ne sono occupati. Saranno prese a modello le migliori pratiche nel settore, ha chiarito, portando anche a Napoli un modello di gestione efficiente e moderno.

L’ex sindaco de Magistris: “Si conferma il pacco per Napoli”

“Altro che Napoli autonoma di qualche anno fa, siamo alla Napoli con il cappello in mano ed il capo chino – ha affermato l’ex primo cittadino Luigi de Magistris sui social, e ha continuato – Sì comincia a svendere la città dicendo: ce lo chiede il governo con il patto per Napoli firmato da Manfredi con Draghi, garante Conte che è venuto due giorni fa a benedire l’operazione, confermata anche da Fico. Avevamo ragione quando dicevamo che il patto per Napoli è un pacco per Napoli. Finora difatti la città non ha visto alcun beneficio. Sono aumentate imposte, tasse e gabelle, accompagnate contestualmente da una triplicazione degli stipendi divenuti di lusso del sindaco e di consulenze per il cerchio magico “manfrediano”. I servizi nonostante tanti soldi ricevuti e i conti risanati che abbiamo lasciato, finanche con decine di milioni di euro in cassa, non sono migliorati, ma addirittura peggiorati. Ora si inizia a svendere la città da una parte e spalancare le porte ai poteri forti dall’altra”.

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