Pil Italia imprese
Foto Marco Alpozzi/LaPresse

E’ un Paese sostanzialmente fermo quello che emerge dalle statistiche, riviste, pubblicate Istat. Il Pil “cresce” dello 0,1%, o meglio resta fermo nel trimestre segnando, probabilmente, la fine del rimbalzo post-covid e post-superbonus.

“Alla lieve crescita del Pil contribuiscono positivamente sia i consumi delle famiglie e delle istituzioni sociali private per 0,4 punti percentuali, sia la domanda estera netta per un punto percentuale, mentre la variazione delle scorte fornisce un contributo negativo”, commenta l’Istat. È “nullo” il contributo sia degli investimenti fissi lordi sia della spesa delle Amministrazioni pubbliche.

Cresce dello 0,3% il valore aggiunto dell’industria e dello 0,1% quello dei servizi, mentre risultano ancora in flessione agricoltura, silvicoltura e pesca (-1,2%).
Sono positivi gli andamenti di posizioni lavorative, unità di lavoro e ore lavorate, cresciuti rispettivamente dello 0,1%, 0,2% e 0,4%, così come i redditi pro-capite, cresciuti dell’1,1%.
Rispetto al trimestre precedente, tra i principali aggregati della domanda interna risultano in crescita i consumi finali nazionali in misura pari allo 0,6%, mentre gli investimenti fissi lordi si riducono dello 0,1%.

Le importazioni sono diminuite del 2% e le esportazioni sono aumentate dello 0,6%. Il dato sul Pil è espresso in valori concatenati con anno di riferimento 2015, corretto per gli effetti di calendario e destagionalizzato. Il terzo trimestre del 2023 ha avuto tre giornate lavorative in più del trimestre precedente e una giornata lavorativa in meno rispetto al terzo trimestre del 2022.

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