Corte dei conti, report Pnrr

La mancata riscossione dei canoni d’affitto ha prodotto un ammanco da 133 milioni di euro nelle casse del Comune di Napoli: lo sottolinea la Procura della Corte dei conti della Campania, nell’invito a dedurre notificato dai Carabinieri alla preside di una scuola partenopea e ad altri sei indagati tra funzionari del Comune e della società in-house Napoli Servizi in relazione a un danno erariale da 92.349 euro.

Il caso

La contestazione della Corte dei Conti riguarda il plesso Caccavello della Vanvitelli. All’interno c’è un alloggio destinato al custode, deceduto da oltre dieci anni ma ancora occupato dai suoi familiari. Secondo gli investigatori, l’amministrazione comunale non avrebbe attivato le procedure per liberare l’appartamento

Per gli inquirenti i funzionari comunali sono colpevoli di “non avere mai contestato i ritardi clamorosi della Napoli Servizi in sede di riscossione, consentendo l’accumulo nel tempo di una ingente e stratosferica morosità”.

Nell’invito a dedurre della Procura della Corte dei conti della Campania notificato dai carabinieri a sette persone (funzionari comunali, dirigenti della (società in-house del Comune di Napoli Napoli Servizi e alla preside di una scuola) per un danno erariale di oltre 92mila euro la magistratura contabile stigmatizza “la grave negligenza nella gestione proprio del patrimonio immobiliare e nella riscossione dei canoni e/o delle indennità di occupazioni” che, nel corso degli anni, ha portato al mancato incasso di circa 133 milioni di euro.

Facendo riferimento al cosiddetto “Patto per Napoli” consistente “in un ingentissimo finanziamento con fondi statali”, gli inquirenti ricordano che quest’ultimo è condizionato, tra l’altro, proprio dalla corretta gestione del patrimonio immobiliare, dall’incremento e delle entrate attraverso l’aumento dei canoni di concessione e di locazione” e anche “dalla riduzione dei fitti passivi”.