Occupazione - disoccupazione protesta largo di Palazzo, Napoli. Jobs Act

I dati Eurostat sul tasso di occupazione a livello regionale nell’Unione Europea mostrano ampie disparità territoriali. Nel 2022 il valore medio nell’UE ha raggiunto il record del 74,6%, ma a livello regionale permangono significative differenze.

Le aree con i tassi più alti, sopra l’80%, sono localizzate prevalentemente nei Paesi nordici come Finlandia, Svezia e nei distretti centrali della Polonia. Viceversa, le zone con maggior disoccupazione sono situate nel Sud e in alcune isole della Grecia e della Spagna.

Il caso del Mezzogiorno 

In questo contesto, il Mezzogiorno italiano spicca in negativo, con i valori occupazionali più bassi d’Europa. In Sicilia, Calabria e Campania meno della metà della popolazione risulta impiegata, con tassi tra il 46% e il 47%.

Questi dati confermano la netta disparità nord-sud evidenziata da Eures. Nel Nord Italia l’occupazione maschile è al 71% e quella femminile al 59%; nel Mezzogiorno i valori scendono rispettivamente al 61% e 32%.

La Campania

Nel IV trimestre 2022, gli occupati in Campania sono risultati 1,64 milioni (+27.000 sul trimestre prima), di cui il 23,2% autonomi e il 76,8% dipendenti, con una prevalenza di diplomati (42%) e persone poco qualificate (33%). I disoccupati registrati sono 352.000 (+13.000) e il tasso di disoccupazione è stato del 17,4% nel 2022.

Le motivazioni del divario

Il confronto 2021-2022 sui dati, sebbene mostri lievi progressi nella maggior parte delle regioni UE, non ne rileva di sostanziali nelle regioni del Mezzogiorno, dove pochi territori registrano incrementi e alcuni addirittura flessioni.

Le ragioni di tale divario sono complesse e radicate nel tempo. Il Meridione sconta fattori strutturali come la minore presenza di grandi industrie, un tessuto di PMI più debole e bassi livelli di istruzione. Incidono inoltre cause congiunturali, come la crisi economica post-2008 che ha colpito in modo duraturo aree a vocazione turistica e agricola.

Il superamento del divario occupazionale è ancora lontano e sono necessarie nuovi e più strutturate e mirate politiche di sostegno a lungo termine.

di Serena Lena