Giancarlo Giorgetti - Piano Strutturale

Il Consiglio dei ministri ha esaminato e approvato lo schema del Piano Strutturale di Bilancio di medio termine, parte della riforma delle regole di bilancio europee. Questo piano, come confermato dal Ministero dell’Economia e delle Finanze (Mef), delinea un percorso di crescita della spesa netta che sarà oggetto di sorveglianza da parte della Commissione europea.

Secondo quanto riportato dal Mef, il tasso di crescita della spesa netta previsto dal Piano si attesterà su un valore medio dell’1,5% per tutto l’orizzonte temporale considerato. Questa traiettoria è stata giudicata in linea con le aspettative delle autorità europee e rispetta i principali saldi di finanza pubblica già definiti nel Programma di Stabilità dello scorso aprile.

Una politica fiscale prudente e responsabile

Il governo ha ribadito il suo impegno a mantenere una politica fiscale prudente e responsabile, orientata a un rientro più ambizioso dal disavanzo eccessivo rispetto a quanto suggerito dalla Commissione europea. Nella nota diffusa dal Mef, viene chiarito che il governo si impegna a ridurre il rapporto deficit/Pil sotto il 3% già nel 2026:
“Il governo continua a portare avanti una politica fiscale prudente e responsabile, proponendo un percorso di rientro dal disavanzo eccessivo realisticamente più ambizioso di quello prefigurato dalla Commissione europea attraverso la traiettoria tecnica, impegnandosi a scendere sotto la soglia del 3% del rapporto deficit/Pil già nel 2026”.

Dopo il 2026, il percorso tracciato consentirà di garantire la stabilità del debito pubblico italiano e di rafforzare la capacità della finanza pubblica di affrontare le sfide future:
“Dopo il 2026, il percorso proposto consentirà di garantire la stabilità del debito pubblico italiano e permettere alla finanza pubblica di affrontare con maggiore efficacia le sfide future”.

Investimenti e riforme strategiche

Il Piano definisce anche un programma di riforme e investimenti che il governo intende realizzare nei prossimi anni, in particolare con l’obiettivo di estendere da 4 a 7 anni il periodo di aggiustamento. Tali interventi puntano a rafforzare la Pubblica Amministrazione, migliorare il sistema di giustizia, creare un ambiente imprenditoriale più favorevole e migliorare la compliance fiscale.
Le riforme e gli investimenti proposti sono in linea con il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr), aggiornato per affrontare con maggiore incisività alcune delle sfide cruciali per il Paese, come la transizione digitale e la modernizzazione della Pubblica Amministrazione.


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