Conf Stampa Draghi Franco

Lo scenario di crescita dell’economia italiana, con una previsione tendenziale per il 2022 al 2,9%, “è caratterizzata da notevoli rischi al ribasso” e l’ipotesi di un blocco completo del gas russo potrebbe portare la crescita 2022 “sotto il 2,3% ereditato dal 2021”. Lo si legge nell’introduzione al Def del ministro dell’Economia, Daniele Franco.

 “Sebbene questo rischio sia già parzialmente incorporato negli attuali prezzi del gas e del petrolio – scrive Franco – è plausibile ipotizzare che un completo blocco del gas russo causerebbe ulteriori aumenti dei prezzi, che influirebbero negativamente sul Pil e spingerebbero ulteriormente al rialzo l’inflazione”.

Inflazione alle stelle: Bankitalia lancia l’allarme

Nello scenario peggiore degli sviluppi della guerra in Ucraina, e cioè quello di un’interruzione dei flussi del gas russo compensata solo in parte da fonti alternative, “l’inflazione si avvicinerebbe all’8% nel 2022 e scenderebbe al 2,3 nel 2023”.

Lo scrive la Banca d’Italia nel bollettino economico, che ipotizza invece un’inflazione rispettivamente al 5,6 e al 2,2% nello scenario intermedio (guerra prolungata) e al 4 e 1,8% nello scenario più ottimistico di una risoluzione rapida del conflitto.

Nelle varie ipotesi – “illustrative” e che non rappresentano un aggiornamento delle sue stime macroeconomiche – la crescita si fermerebbe attorno al 2% nel 2022 e 2023 nello scenario “intermedio”, che prevede una prosecuzione delle ostilità, sarebbe di circa il 3% invece nello scenario di rapida cessazione della guerra, e sarebbe negativa di quasi mezzo punti nello scenario più severo di stop al gas russo.

Il documento di Via Nazionale valuta che nel primo trimestre del 2022, a causa di pandemia, alta inflazione e elevata incertezza per l’inizio del conflitto, “il Pil abbia registrato una riduzione di poco più di mezzo punto percentuale sul periodo precedente”.