Metaverso

Studiare “comodamente” da casa in realtà virtuale. Non sappiamo se fosse questo il futuro immaginato dagli ideatori del “Metaverso, ma in Italia è già partito il progetto pilota. La nuova tecnologia virtuale è pronta a cambiare il nostro modo di vivere e, adesso, punta a fare il suo ingresso nel mondo dell’istruzione.
Gli studenti dell’istituto St. Louis School di Milano sperimenteranno per primi la scuola nel Metaverso. Un nuovo metodo di apprendimento ibrido, in grado di approfondire e potenziare il loro percorso di studi.

Il gruppo di lavoro che ha presentato l’iniziativa in questi giorni ha sottolineato come il progetto sia destinato a divenire parte integrante dei propri obiettivi educativi. Lo scopo finale è approfondire l’apprendimento e ispirare tutti gli studenti a raggiungere il loro potenziale unico.

Il progetto

Si chiamerà Inspired il gruppo di scuole globali che mira a sviluppare una classe nel Metaverso sulla base di quanto intrapreso dalla Reddah House, nel Berkshir, Regno Unito. Gli studenti di Inspired potranno raggiungere la classe virtuale da ogni parte del mondo. La tecnologia coinvolgerà in una forma nuova e unica, fornendo l’opportunità di accedere a classi virtuali dal vivo con altri studenti di tutto il mondo. Per esempio, gli “avatar” riuniti nel Metaverso potrebbero entrare nella stessa classe di matematica, letteratura e ogni altra materia della conoscenza umana.

Scuola nel Metaverso: potenzialità sconfinate

Gli studenti, tramite i propri alter ego, potranno sperimentare in prima persona la dimensione e la scala di un dinosauro, mettere insieme gli atomi chimici, esplorare il corpo umano, o visitare destinazioni globali stimolanti, in tempi attuali o storici, per il lavoro sul campo e la ricerca, insieme a compagni di classe che potrebbero trovarsi a migliaia di chilometri di distanza.

In un futuro, non si sa quanto lontano, gli studenti potranno immergersi in ambientazioni storiche del passato, rivivere avvenimenti cruciali per l’umanità: un potenziale immenso che -però – al momento resta pura teoria.

L’evoluzione della Dad

Si tratterebbe, il condizionale è d’obbligo, di un’evoluzione della DaD che le scuole italiane hanno sperimentato, non senza difficoltà durante la pandemia. Classi virtuali, studenti collegati da ogni parte del mondo per confrontarsi, condividere e per partecipare a conferenze esclusive. Insomma, il futuro sembra essere arrivato, ma al momento è poco più di un’idea.

Didattica a distanza: cosa ci ha insegnato la pandemia

È noto ed è stato indagato a livello globale il pesante tributo pagato dal settore dell’istruzione durante la pandemia. Sono infatti circa 1,6 miliardi gli studenti di 192 paesi, ovvero il 91% della popolazione studentesca mondiale, ad avere subito interruzioni nel percorso dell’istruzione. Da questa pesante e a volte drammatica situazione, il mondo dell’education ha cercato soluzioni, tra cui per esempio la creazione e successiva massiccia diffusione di piattaforme educative, che hanno però non hanno raggiunto tutti i potenziali destinatari.

Circa il 29% dei giovani di tutto il mondo, circa 364 milioni di individui, non sono attualmente online e dal 2019 ad oggi hanno perso migliaia di ore di lezione, amplificando il digital divide.

La sfida che oggi il mondo dell’education si trova a cogliere è proprio che la modalità di lavorare e studiare online diventi una componente integrale dell’educazione. Questo dovrebbe, in teoria, portare a soluzioni pedagogiche più inclusive e creative, tra cui creare un ecosistema di centro di ricerca virtuale.

La ‘folle’ idea di Mark Zuckerberg e l’Intelligenza artificiale

Da quando Mark Zuckerberg ha lanciato la sua idea di Metaverso poco o nulla è realmente accaduto. La realtà virtuale è difficile da attuare in termini pratici e, dopo un primo momento di euforia, anche gli investitori iniziano a dubitare – anche dal punto di vista etico – dell’ennesima intuizione del creatore di Facebook. Ma Zuckerberg ha deciso ufficialmente di giocarsi il tutto per tutto, sbaragliare la concorrenza di Google e Amazon e di ‘connettere le persone’ come nelle intenzioni originarie di Facebook.

“Non c’è mai stato un momento migliore per costruire il futuro”. Lo ha detto Zuckerberg durante l’evento online Inside the lab, building for the metaverse with AI che si è tenuto il 24 febbraio. Un futuro, che, ovviamente, prende la forma di quella che il fondatore di Meta ha definito “una versione immersiva di internet, in cui invece di guardare qualcosa attraverso lo schermo saremo lì dentro, come se lo stessimo vivendo di persona”.

Il tema del contatto umano

La scuola, ce lo ha dimostrato la Dad in pandemia, è un’esperienza non solo in termini di apprendimento ma anche di rapporti umani diretti che rappresentano – probabilmente – uno degli aspetti che il Metaverso non può ‘regalare’. Staremo a vedere.