Rimbalzo del gatto morto

Dal 2008 il Pil italiano è in una fase di altalenante discesa. Si tratta di una crisi con radici profonde, legate proprio alla struttura dell’area euro e messi in mostra dalla crescita del debito. Il Covid è stato solo l’elemento esterno che ha messo in evidenza ulteriormente gli errori strutturali insiti nell’eurozona. In questo quadro generale, il Next generation eu non è altro che un tentativo di rilancio, frenato – però – dalla crisi energetica conseguente alle sanzioni inflitte alla Russia.

Pil italiano e rischio recessione

Le stime sulla crescita dell’Italia – per il 2022 – arretrano di qualche punto percentuale ma per ora sembra scongiurato il rischio recessione. La previsione degli analisti di S&P sul pil italiano nel 2022 è stata tagliata a +3,1% dal precedente +4,7% che era stato indicato dall’agenzia a novembre 2021, prima del conflitto in Ucraina. Numeri che fanno seguito ad un picco, verso il basso, di quasi 9 punti percentuali nel 2020, anno in cui il sistema Italia ha risentito dello scossone del lockdown prima e delle restrizioni poi.

Nel 2021 il Pil ai prezzi di mercato è stato pari a 1.781.221 milioni di euro correnti, con un aumento del 7,5% rispetto all’anno precedente. In volume il Pil è cresciuto del 6,6%.
Questa crescita del Prodotto Interno Lordo, successivo alla crisi Covid del 2019, secondo molti analisti altro non è che il cosiddetto “Rimbalzo del gatto morto”, o “Dead Cat Bounce”. Il termine è stato ‘preso in prestito’ da due giornalisti del Financial Times che nel dicembre del 1985 la utilizzarono per commentare un andamento simile sulle borse di Singapore e Malesia, dopo aver ascoltato un operatore di Wall-Street.

Dead Cat Bounce in borsa

In Borsa descrive la ripresa, modesta e temporanea, di un titolo destinato a ricominciare alla svelta la sua corsa verso il basso. Questa espressione deriva dall’idea che “anche un gatto morto può rimbalzare se cade da una grande altezza”. Un esempio macabro che però descrive, attraverso la fisica, un fenomeno economico-finanziario che si sta verificando in Italia del 2008.

Nel grafico aggiornato del Pil è evidente l’evoluzione (involuzione) dell’economia italiana. Il primo “rimbalzo del gatto morto” si registra nel 2010-2011, poi seguito da una nuova recessione e da una sostanziale stagnazione fino al 2015. Qui inizia la piccola ripresa del 2016-2018, ovvero il secondo dead cat bounce fino alla stagnazione del 2019 e al crollo del 2020.

L’effetto guerra

Fattori esterni – covid e guerra in Ucraina – hanno fortemente condizionato la crescita del Pil italiano, ma hanno soprattutto messo in mostra la fragilità del sistema. Il rimbalzo previsto nel 2022, con ogni probabilità, non sarà così forte quanto sperato e questo dipenderà anche dalla durata del conflitto nell’Est dell’Europa.

Le stime di Standard and Poor’s

Se le stime di S&P dovessero risultare corrette, la crescita nel 2022 sarà solo del +3,1% che, con un’inflazione pronta a sfondare il muro dell’8%, rappresenterebbe una vera e propria frenata per l’economia italiana. Un ‘balzo’ del gatto ‘meno forte’ di quello atteso.

Situazione simile in tutta l’Eurozona dove si attendono, sul lungo periodo, i risultati dell’iniezione di capitali del Next generation EU. Il conflitto ai confini orientali dell’Europa impedisce al momento una valutazione attendibile. Solo alla fine dell’attuazione di tutti gli obiettivi del Pnrr – per quanto riguarda l’Italia – sapremo se il “gatto” sia – metaforicamente – tornato in vita oppure no.