La Pubblica Amministrazione italiana si prepara ad affrontare una sfida cruciale nei prossimi anni: il rinnovamento generazionale e la competitività con il settore privato. A illustrarne le priorità è il ministro della PA, Paolo Zangrillo, che ha delineato strategie e interventi fondamentali in un’intervista a Repubblica.
Tra le novità spicca l’introduzione di Camilla, un avatar digitale progettato per aiutare i cittadini a individuare in pochi minuti il concorso pubblico più adatto tra i 20.000 banditi annualmente. Questo strumento, unito alla digitalizzazione delle procedure concorsuali, punta a ridurre i tempi per i risultati, con l’obiettivo di arrivare a una chiusura entro 4-5 mesi.
“Il nostro grande concorrente è il privato,” spiega il ministro, sottolineando l’urgenza di rendere il lavoro pubblico più attrattivo. “Se la PA si presenta come un’organizzazione lenta, il suo fascino diminuisce.” In questo senso, l’attrattività passa anche attraverso la formazione. Quando Zangrillo ha assunto il suo incarico, i dipendenti pubblici contavano in media appena 6 ore di formazione all’anno. Oggi, una direttiva punta a portare questo valore a 40 ore annuali, focalizzate su temi chiave come la transizione digitale, ecologica e amministrativa, oltre allo sviluppo delle soft skills, ormai essenziali accanto alle competenze tecniche.
Non solo piattaforme online come Syllabus, ma anche cinque poli formativi territoriali, già aperti in Piemonte, Lombardia, Abruzzo, Puglia e Calabria, testimoniano l’impegno della PA verso un sistema più inclusivo e dinamico.
Tuttavia, non mancano le ombre. Tra le criticità emergono i problemi legati agli stipendi, spesso bloccati a causa dei ritardi nei rinnovi contrattuali. Il mancato rinnovo per il comparto sanità rappresenta una delusione importante. Zangrillo evidenzia come la legge di Bilancio 2024 avesse già previsto un aumento medio di 172 euro, con misure specifiche per valorizzare il personale sanitario, tra cui l’indennità di pronto soccorso, destinata a crescere progressivamente fino a 366 euro mensili entro il 2026, e il patrocinio gratuito in caso di aggressioni.
“Mi addolora che questa opportunità sia saltata,” ammette il ministro, sottolineando che per compensare interamente l’inflazione sarebbero stati necessari 32 miliardi. Tuttavia, la manovra aveva già stanziato 8 miliardi per i rinnovi 2022-2024, un terzo dell’intera legge di Bilancio. Le risorse per i rinnovi 2025-2027 sono già pronte, e Zangrillo auspica che si possa recuperare terreno attraverso un dialogo costruttivo.
Infine, il ministro lancia un monito sulla necessità di distinguere le relazioni sindacali dalla politica: “Quando si fanno relazioni sindacali, la sintesi deve portare vantaggi ai lavoratori. La politica si fa altrove.”
Con un turnover che vedrà il pensionamento di un milione di dipendenti entro il 2032, il posto pubblico non può più essere solo sinonimo di sicurezza economica. Deve rappresentare un’opportunità per crescere e valorizzarsi, anche in un mercato del lavoro in continua evoluzione.
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