Costi energia

L’aumento dei prezzi dell’energia elettrica mette a dura prova privati e imprese: bollette in vetrina per i commercianti napoletani. Ma c’è chi ne approfitta.

La Confcommercio Napoli, così come già successo per altre province e regioni italiane, propone di esporre all’esterno delle vetrine degli esercizi commerciali il costo delle bollette del 2021 confrontate con quelle del 2022. Una protesta silenziosa per denunciare una situazione che sta mettendo in ginocchio privati e imprese.

Ma a quanto ammontano effettivamente i rincari ed a cosa sono dovuti?

E’ ormai evidente che Il costo dell‘energia elettrica è in continua crescita, sin dal mese di giugno 2021 quando il prezzo della corrente all’ingrosso ha iniziato a salire. Basta pensare che nel mese di agosto 2022, il prezzo medio dell’energia all’ingrosso – il cosiddetto “PUN” (Prezzo Unico Nazionale) a cui l’energia viene acquistata sul mercato della Borsa Elettrica Italiana che regola le compravendite tra i produttori e i fornitori di energia elettrica – è stato di 0,54085 €/kWh, contro 0,011€ di agosto 2021: si tratta di un aumento del 400% in 12 mesi.

L’aumento del prezzo del gas

Sembra che una delle principali cause di questo rincaro sia dovuto all’aumento del prezzo del gas sui mercati internazionali, utilizzato per produrre circa il 40% della corrente in Italia.  Sicuramente allo stato attuale le principali cause sono da ricercare nel conflitto Russo – Ucraino: dal 16 giugno scorso Mosca ha deciso di tagliare parzialmente le forniture a Germania e Italia.

Ma il rialzo non è univocamente attribuibile alla triste realtà del conflitto che sta scuotendo tanto gli animi quanto gli equilibri economici: in passato si è individuata tra le cause la maggiore domanda di energia dopo la pandemia, e ancora prima fattori meteo – minori precipitazioni – e perfino le tensioni politiche in ambito energetico internazionale.

Quello che è sicuro è che a subirne le conseguenze sono le famiglie e, in misura ancora più drammatica, le imprese e i commercianti.

La speculazione

Come ogni storia, però, anche questa ha un risvolto della medaglia: c’è chi sfrutta questa situazione per accrescere i propri profitti. Lungo la filiera della produzione e della distribuzione di beni e servizi, è facile individuare delle variabili di speculazione a spese del consumatore finale. A ogni passaggio, dal processo di genesi dei costi di energia e carburanti a quello di formazione dei prezzi dei prodotti al consumo, c’è il tentativo da parte di tutti gli attori, in particolare delle società distributrici di energia, di difendere una quota di guadagno. La somma di tutti questi margini va ad incidere sul prezzo al consumo, producendo quelle distorsioni che sono sempre più frequentemente denunciate dalle associazioni dei consumatori.

Finché tali atteggiamenti speculativi prevarranno, a nulla potranno gli incentivi e gli interventi correttivi, come quelli predisposti dal Governo con i sostegni a imprese e famiglie del decreto Aiuti e del decreto Aiuti bis, che non vengono effettivamente trasmessi al prezzo finale.

di Serena Lena