Sui crediti legati al bonus in particolare è probabile che l’esecutivo debba aprire a una nuova modifica, che tenga conto delle ultime difficoltà emerse. Ma per ora fonti ministeriali si mostrano molto prudenti. “Lo stanziamento a bilancio stabilito è esaurito: intervenire vorrebbe dire individuare nuove coperture e in questo momento non è possibile – dice una fonte qualificata, che lavora al dossier – valuteremo cosa fare, ma il tema delle coperture è un grossissimo problema”.
Cinque miliardi di crediti ‘bloccati’
Al momento, uno dei principali problemi delle imprese è il blocco dei crediti. Si stima che siano 5 i miliardi di euro ‘incagliati’, per lo più quelli che dovevano essere ceduti a Poste e quelli che avevano errori formali che le piattaforme non hanno riconosciuto come tali.
Un grattacapo non da poco per le imprese che i deputati hanno deciso di portare in Parlamento con soluzioni specifiche.
Le tre soluzioni
“La quota di crediti d’imposta maturata dai fornitori per sconti sul corrispettivo dovuto, praticati in relazione a spese sostenute nel 2021 e non utilizzata nel 2022”, può essere “usufruita anche negli anni successivi”. Si tratterebbe di una proroga senza termini dei crediti, che permetterebbe alle aziende di non perderli.
Inoltre, i parlamentari chiedono che il credito possa essere ceduto non solo alle banche ma a tutti i soggetti con partita Iva che abbiano depositato un bilancio uguale o superiore ai 50 mila euro.
Infine, sarà portato all’attenzione del governo che banche e intermediari finanziari qualificati possano usare i crediti acquisiti a partire dall’1 gennaio 2022 anche per sottoscrivere Buoni del tesoro pluriennali (Btp) con decorrenza dal gennaio 2027 e scadenza non inferire ai dieci anni.