Threads
Se queste sono le premesse si può ben sperare per il futuro di Threads, la piattaforma social di Meta con la quale Zuckerberg sfida Elon Musk ed il ruolo consolidato di Twitter. Numeri da capogiro nella sua prima settimana online: sono stati circa 2 milioni gli utenti ad aver scaricato l’app in appena due ore e ad oggi circa 150 milioni sarebbero gli iscritti (battuto anche il record del videogame Pokémon Go, app mobile più scaricata al debutto, nel luglio del 2016) con 93 milioni di utenti attivi a livello globale durante la sua prima settimana.
Secondo le rilevazioni di data ai il 33% dei download globali apparterrebbe all’India, poi seguirebbero il Brasile con 22 punti percentuali, gli Stati Uniti con il 16% ed a chiudere la top 5 ci sarebbero il Messico ed il Giappone, rispettivamente con l’8% e il 5% della quota globale.

Cos’è Threads e come funziona

Nel funzionamento si avvicinerebbe moltissimo a Twitter con la condivisione di brevi post testuali di massimo 500 caratteri, anche con foto e video della durata massima di 5 minuti.

Nei forum, nei newsgroup e nelle chat, un thread (in italiano filo come filo conduttore, filone) indica una discussione su uno specifico argomento, detto topic. Sull’app un dato argomento -topic- viene stabilito da un primo utente e con le risposte degli altri si avvia la discussione, un thread appunto. Non ci sono hashtag, assenti i messaggi privati.
Per iscriversi bastano una manciata di secondi, se si ha un account Instagram in un paio di click il gioco è fatto ed il nome utente sarà lo stesso.

Chi ha meno di 16 anni (o meno di 18 anni in alcuni Paesi) si ritroverà automaticamente il profilo impostato come privato. È possibile controllare chi può menzionarci o rispondere ai nostri post. Come su Instagram, si possono filtrare le risposte contenenti parole specifiche, si può smettere di seguire, bloccare, limitare o segnalare un profilo. Tutti gli account bloccati da un utente su Instagram lo sono anche su Threads.

Il mistero del logo di Threads

Neanche il tempo di ufficializzare il lancio in tutti i Paesi e Threads già ha fatto parlare di sé per un presunto mistero.
Il logo dell’app è entrato da subito nel filone dei “Simpson che prevedono cose” con l’accostamento tra l’orecchio di Homer e la @ stilizzata dell’app.
Una fake news, nulla di più, ma la diffusione della notizia attraverso un profilo Twitter specializzato in meme e migliaia di retweet hanno fatto il resto fino a scoprire che l’immagine presa come riferimento per l’associazione era stata modificata ad hoc.

E in Europa?

Dopo aver spodestato Truth Social, il progetto di Donald Trump fino a pochi giorni fa grande rivale della piattaforma di proprietà di Elon Musk, ci si aspetta ancora grandi sorprese da Threads.
Mentre c’è chi si parla dell'”effetto meteora”, prevedendo un lento ma sensibile calo di download nei giorni a venire, cresce l’attesa per il debutto europeo.
Nel Vecchio Continente il download è momentaneamente bloccato a causa di questioni correlate alla tutela della privacy degli utenti. Meta ha bloccato l’accesso all’app a tutti gli europei che erano riusciti precedentemente a scaricarla: attualmente a costoro è possibile ancora accedere al proprio profilo e leggere i post ma senza poter pubblicare nulla di nuovo.

Furto d’identità e rischio finanziario. 

Ad appena due settimane dal lancio, la nuova app di Meta è già stata presa di mira dagli esperti del crimine informatico.
Più che la piattaforma, ad essersi materializzati agli occhi di diversi hacker come facili “prede”, sono stati i suoi utenti.
È quanto fanno sapere i ricercatori della compagnia di sicurezza Kaspersky che ad oggi hanno già segnalato alcune delle ingannevoli campagne che sfrutterebbero l’app per arrivare alle vittime.
Attraverso l’invio di false e-mail con mittente Threads gli utenti verrebbero invogliati a cliccare su siti che permetterebbero ai pirati del web di impossessarsi di dati personali e finanziari degli iscritti. Poiché l’app di Meta è collegata a Facebook ed ad Instagram, gli utenti, oltre ad incorrere nella truffa rischierebbero di non potere più accedere ai vari account dei social media.

Altra truffa collegata a Threads sarebbe quella rappresentata da un servizio fittizio denominato “threads coin”. 

I security expert di Kaspersky mettono in guardia gli utenti spiegando le nuove truffe e specificando che laddove Threads non è ancora arrivato – pensiamo all’Europa dove non è stato ancora autorizzato il download – non conviene scaricare l’app al di fuori degli store ufficiali. Il primo rischio in questi casi potrebbe essere rappresentato proprio dal caricamento sui propri dispositivi di software che potrebbero contenere virus. “Se siamo prudenti, miglioriamo le nostre difese e navighiamo con sicurezza nel mondo digitale” avvisano gli specialisti della sicurezza informatica.

di Alessandra Romano