Le imprese vanno salvaguardate dopo un lungo periodo di sacrifici. Un appello deciso e diretto all’Europa arriva da Berlino, dove il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso ha partecipato all’ottava edizione del meeting “Friends of Industry”, il forum multilaterale che riunisce i rappresentanti di governo dei principali Paesi europei impegnati a rafforzare la competitività industriale del continente.
“Serve agire ora e insieme, entro quest’anno, per difendere la nostra competitività e la nostra sovranità industriale. Non c’è più tempo da perdere”, ha dichiarato Urso, sottolineando la necessità di una risposta immediata e condivisa alle sfide che l’industria europea sta affrontando in un contesto globale in rapida trasformazione.
Nel suo intervento, il ministro ha chiesto che l’Unione Europea assuma decisioni tempestive e concrete a tutela del settore automotive, a partire dalla revisione dei regolamenti per veicoli pesanti e leggeri, adottando “un approccio flessibile che riconosca la piena libertà tecnologica, principio fondante della nostra Unione”.
Urso ha poi richiamato l’urgenza di interventi anche per le industrie energivore, sollecitando una “revisione ambiziosa del CBAM e dell’ETS” e di accelerare sul fronte delle tecnologie di frontiera, in particolare intelligenza artificiale e quantum computing, settori strategici per la futura autonomia industriale europea. “Non possiamo rinviare oltre scelte decisive sulla resilienza delle catene del valore: abbiamo già perso troppi anni”, ha ammonito.
Nel suo intervento conclusivo, il ministro ha individuato “tre fattori abilitanti per una nuova politica industriale europea: costi energetici competitivi, semplificazione burocratica e risorse finanziarie adeguate”. Secondo Urso, si tratta di condizioni indispensabili “per sostenere la transizione industriale e restituire all’Europa la capacità di crescere e competere nel mondo”.
Urso ha infine richiamato il Rapporto Draghi sulla competitività europea, presentato oltre un anno fa, come esempio di un’occasione mancata: “È passato più di un anno e non è accaduto nulla in Europa. Mentre il mondo correva, noi siamo rimasti fermi ad assistere alla nostra decadenza. Non siamo più disponibili ad accettarlo: chiediamo che l’Europa decida, e che lo faccia ora**”.
Le parole del ministro risuonano come un monito all’Unione Europea a trasformare in scelte operative le strategie di rilancio della manifattura continentale, oggi messa alla prova dalla competizione globale, dai costi energetici elevati e dalla corsa tecnologica di Stati Uniti e Cina.
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