caro benzina

La guerra continua a produrre conseguenze consistenti sulle tasche degli automobilisti. Secondo l’elaborazione condotta da Staffetta Quotidiana, i prezzi medi praticati dai gestori e comunicati all’Osservatorio prezzi del Ministero dello Sviluppo economico hanno ormai superato i 2 euro al litro per quasi tutte le tipologie e le modalità. Unica eccezione, il diesel al self-service. Tuttavia, in molte stazioni il gasolio ha perfino superato la benzina nonostante le accise più basse (0,617 euro contro 0,728).

I dettagli. 

In particolare, in modalità self-service la benzina ha raggiunto i 2,042 euro/litro (+39millesimi) e il diesel gli 1,960 euro/litro (+55 millesimi). Al servito la benzina è a 2,146 euro/litro (+30), il diesel a 2,067 euro/litro (+43), il Gpl a 0,865 euro/litro (+3), il metano a 2,024 euro/kg (+64) e il Gnl a 2,136 euro/kg (+7). Ancor più elevati i prezzi sulle autostrade: benzina self service 2,124 euro/litro (2,322 il servito), gasolio self service 2,040 euro/litro (2,224 i servito), Gpl 0,973 euro/litro, metano 2,230 euro/kg, Gnl 2,099 euro/kg.

Quanto costava un anno fa?

Ci sono poi delle distinzioni da fare, tra chi guida auto a benzina e chi invece compra diesel: chi guida una vettura a benzina, dal 1° gennaio 2022 al 28 febbraio 2022, ha speso in media circa 275 euro; chi guida una vettura a diesel, dal 1° gennaio 2022 al 28 febbraio 2022, ha speso in media 245 euro. Nello stesso periodo, nel 2021, quanto costava fare rifornimento? Ecco i dati: chi ha guidato una vettura a benzina, dal 1° gennaio 2021 al 28 febbraio 2021, ha speso in media circa 228 euro; chi ha guidato una vettura a diesel, dal 1° gennaio 2021 al 28 febbraio 2021, ha speso in media circa 199 euro. Secondo i dati mUp Research, infatti, un automobilista italiano potrebbe arrivare a spendere, in un anno, oltre 1.750 euro per fare il pieno a un auto a benzina e più di 1.560 euro per una a diesel, vale a dire circa il 20% in più rispetto al 2021.

Perché questi aumenti del carburante?

La prima causa dell’aumento del prezzo della benzina è il costo del petrolio, aumentato di recente: dall’inizio dell’anno ad oggi, il prezzo del barile è salito di ben il 17%. Se lo scorso anno il greggio americano costava 50 dollari a barile e quello europeo 52, oggi costano rispettivamente 71 e 78 dollari. La ragione risiede nei tagli effettuati dall’ Opec e nelle tensioni geopolitiche che il Medio Oriente sta vivendo.

Ma non è tutto. In Italia, l’aumento del prezzo della benzina si deve anche alle accise: solamente il 30% del costo che gli automobilisti italiani sostengono per far riferimento è determinato dal costo del petrolio. Il restante 70 dipende dall’IVA e dalle accise. Accise che sono da anni al centro delle contestazioni, dal momento che derivano da questioni passate come la guerra in Abissinia, le missioni in Libano e in Bosnia, la crisi del Canale di Suez, i terremoti, le alluvioni, i disastri naturali. L’introduzione delle accise è una manovra utilizzata dai governi dagli anni ’30 ad oggi, per reperire denaro in tempi rapidi a seguito di improvvise calamità o emergenze. Il principio è quello di prelevare un piccolissimo contributo in modo costante, senza gravare in modo eccessivo ad ogni pieno effettuato. Applicare le accise sul costo carburanti ha permesso di affrontare guerre, catastrofi naturali e non solo.

Infine, la rete di distribuzione: in Italia siamo ancora lontani dalla modernità e dall’efficienza, con pompe sparpagliate sul territorio nazionale e gestori ancora restii al self-service. Un insieme di fattori, dunque, che è alla base di un aumento del prezzo della benzina che, in Italia, si fa sentire molto di più che negli altri Paesi europei.

La Guerra

I prezzi dei carburanti in continua crescita da mesi, sono destinati a crescere ancora di più a causa della guerra scoppiata tra Russia e Ucraina. All’arrivo della notizia dell’invasione ordinata da Mosca si è registrata un’impennata del petrolio che è decollato oltre i 100 dollari al barile, come non succedeva dal 2014. Un sussulto legato all’appartenenza della Russia all’Opec Plus in quanto tra i maggiori produttori di greggio.

Dove costa di meno la benzina?

Se nello Stivale la situazione è drastica, nel resto d’Europa è ben diversa. A braccetto con l’Italia segue la Grecia con prezzi molto simili ai nostri. Anche la Germania non scherza con un costo che oscilla attorno ai 1,87 euro/litro, leggermente inferiore la Francia. Negli Stati Uniti invece il prezzo alla pompa è la metà del nostro. Tornando in Europa, la convenienza al distributore la troviamo ovviamente in Svizzera, ma anche in Spagna, Croazia e nei paesi balcanici con un prezzo inferiore al 1,50 euro/litro. Ma il paese dove la benzina costa di meno non si trova in Europa, ma bensì in Sud America : Il Venezuela dove il costo al litro è pari a 0,02 centesimi di euro, a seguire troviamo l’Iran con 0,045 centesimi di euro e l’Angola con 0,268 centesimi.

I consigli per risparmiare

Il primo consiglio è quello di controllare ed effettuare la corretta manutenzione della meccanica dell’auto. Questa operazione va fatta una volta all’anno oppure ogni 20.000 chilometri. Un’auto tagliandata, con il periodico cambio di filtro aira, filtro olio e filtro carburante, ha un motore più efficiente che consuma meno carburante. E’ bene, inoltre, rimuovere pacchi e cose dal portabagagli, per ridurre il peso dell’auto.

Invece per ridurre i consumi è cosa buona e giusta controllare spesso la pressione di gonfiaggio e rispettare il valore indicato dalla Casa costruttrice.

Accelerare bruscamente sia da fermo sia in marcia fa consumare molto carburante. Bisogna essere molto morbidi e graduali sulla pedaliera per raggiungere la velocità desiderata in progressione.

Mantenere una velocità costante quanto più possibile è il segreto per non far richiedere carburante al motore. In media, la percorrenza per litro diminuisce rapidamente quando si superano i 100 km/h, per cui il suggerimento è quello di non superare i limiti, che in Italia sono tra i 70 e i 90 km. In tal modole auto a motore termico consumerebbero il 15-20% in meno. Inutile dire che la climatizzazione dell’abitacolo richiede uno sforzo energetico supplementare al veicolo. La regola è quello di non utilizzarlo se non in condizioni strettamente necessarie.

Caro carburante: quando e dove fare rifornimento

Bisogna andare a caccia dei distributori bianchi o no logo che riescono ad offrire prezzi più competitivi rispetto ai grandi distributori. Trovarli tramite app dedicate o ricerca su Google non è difficile visto che sono ormai molto presenti su tutto il territorio nazionale. Bisogna poi evitare di fare rifornimento in autostrade e superstrade perché i prezzi di carburante sono sempre sopra la media. Importante, invece, è scegliere il giorno giusto per fare il pieno: infatti per risparmiare sulla gita del weekend bisogna effettuare il rifornimentonei giorni infrasettimanali.