Big Tech

Crisi Big Tech. Fino a poco tempo fa si pensava che le grandi società tecnologiche fossero l’olimpo delle industrie e per il mondo del lavoro, in permanente sviluppo, per qualsiasi punto di analisi aziendale, benessere per i propri dipendenti, sostenibilità, fatturato, utili e investimenti. Dal mondo sono sempre stati percepiti come chimera visto i numeri impossibili da raggiungere, solo notizie positive mai un cenno di negatività oltre le tasse da pagare in giro per il mondo.

CAMBIANO I TEMPI ANCHE PER I COLOSSI DIGITAL

Arriva l’ennesima notizia di licenziamento di massa da parte di una big tech. Google/Alphabet licenzia oltre 12.000 dipendenti in tutto il mondo. I numeri sono spaventosi come erano fantasmagorici i numeri di fatturato. Troppe assunzioni durante periodo covid, questa la motivazione, se fosse una cattiva gestione durante il periodo covid, oppure troppi benefit e poca produttività?

I numeri negativi si sono susseguiti singolarmente e scadenzati ad orologio. Microsoft ha effettuato due turni di licenziamento tra giugno e ottobre per un totale di 10.000 dipendenti.

Meta a settembre ha riscontrato una forte crisi finanziaria ha licenziato nei suoi vari asset, WhatsApp, Instagram circa il 12% personale degli 87.000 dipendenti in tutto il mondo.

Amazon non se la passa meglio, sotto inchiesta per delle dichiarazioni rilasciate da suoi ex dipendenti per la non parzialità nella vendita di prodotti, prediligendo quelli a suo marchio, ha licenziato circa 18.000 dipendenti.

Elon Musk con l’acquisto della proprietà di Twitter ha portato scompiglio nella gestione aziendale e anche l’uccellino ha subito dei tagli notevoli, 3000 persone si sono viste licenziare per esigenze aziendali, in questo caso la meta dell’organico per il social media.

EVOLUZIONE CHE CAMBIA CRISI CHE NASCE

Come l’evoluzione di Apple con gli smartphone e i fallimenti di Nokia e Motorola qualche anno fa, adesso la possibile evoluzione che ha messo in crisi le giganti tech potrebbe essere l’esplosione dell’intelligenza artificiale, che vede loro indietro rispetto agli unicorni che stanno nascendo nell’ultimo periodo, sicuramente hanno acceso lampadine di allarme, OpenAI con CHATGPT ha dimostrato dove la tecnologia sta putando e il service che gli utenti al momento hanno bisogno, o meglio che crea in loro interesse.

Sicuramente questa crisi ha fatto mettere i piedi per terra anche a queste grandi società, che hanno rotto i mercati con le loro modalità di gestione nell’ultimo ventennio economico, senza limiti, numeri impressionanti, progettualità oltre orbita terrestre e forse questo  non avere confini ha fatto perdere di vista l’evoluzione dell’innovazione, che cambia ancora più rapidamente dei loro settori di ricerca e sviluppo.