In Europa sono state approvate le direttive sulle case Green, il centro destra italiano unito ha votato contro, questione giusta o no?
La valutazione non può essere solo sul pensiero ambientale, ecosostenibile, riscaldamento globale, cambiamento climatico e chi più ne ha più ne metta, anche se le direttive Europee sono ormai in una direzione molto spinta di ambientalismo che sarà di ricaduta su tutta l’economia del vecchio continente.
Non riesco a non concentrarmi anche su una visione economica e sostenibile non per l’ambiente bensì per le tasche delle nostre aziende europee.
Trovarci a combattere con i mercati internazionali dove già ormai facciamo una grande fatica nel competere per tante motivazioni, basta citarne una per tutte costo manodopera, aggiungere l‘ambientalismo spinto senza pensare di dare una grande mano alle Pmi europee, può diventare difficile pensare una sostenibile sopravvivenza delle stesse.
Credo molto nello spirito europeo e della responsabilità ambientale e quello che può creare, ma non credo che in questo momento rispecchi la giusta causa per lo sviluppo economico del nostro continente.
Obblighi per le grandi aziende
La strada è stata decisa in via definitiva nella Direttiva Corporate Sustainability Reporting Directive del 10 novembre del 2022, che a partire da quest’anno obbliga le grandi aziende di interesse pubblico con più di 500 dipendenti dovranno pubblicare i dati sull’impatto delle proprie attività sull’ambiente, sulle persone entro il 2025.
Entro il 2026 dovranno rilasciare le medesime dichiarazioni ambientali le grandi imprese con più di 250 dipendenti o 40 milioni di fatturato.
Le Pmi hanno tempo fino al 2028 poi saranno obbligate anche loro a impegnarsi nella sostenibilità aziendale.
Le sfide economiche a cui dovranno attenersi le aziende non sono poche per queste nuove direttive per la sostenibilità ambientale. Spero che le politiche non siano incentrate su ulteriori cospirazioni internazionali perché ad oggi poste così non riguardano gli interessi europei forse più interessi di altri paesi ad avere strada libera nell’occupare spazio in mercati importanti per la crescita delle loro economie.