Disinformazione forestale Opinione Francesco Napoli

Le affermazioni che troppo spesso vengono rilasciate su un settore produttivo strategico come quello forestale per l’economia italiana e regionale, senza alcuna forma di contraddittorio, richiedono una ferma e decisa presa di posizione nonché diritto di replica in quanto lesiva di una intera categoria produttiva, quella boschiva, che produce e sostiene l’economia del nostro paese.

Corre l’obbligo di precisare che parlare di attività illegali in modo generalizzato trasferisce all’opinione pubblica una fotografia assolutamente non reale del comparto forestale che, al contrario, si sta ampiamente strutturando per rispondere in modo concreto alla necessità di uno sviluppo nel segno della sostenibilità e della tracciabilità, in grado di soddisfare sia le esigenze di conservazione che quelle di valorizzazione.

Si stima che nelle attività della filiera del legno siano coinvolte circa 80.000 imprese, per oltre 350.000 unità lavorative che generano l’1,6 del PIL. Con l’obiettivo di una sempre maggiore trasparenza e rispetto della legalità, molte imprese forestali hanno adottato uno strumento di grande valore aderendo infatti ai Protocolli di legalità per una gestione consapevole e responsabile del patrimonio boschivo nel rispetto degli standard ambientali, sociali ed economici. Da evidenziare l’esempio virtuoso che proviene dal Sud.

Al fine di garantire il pieno rispetto della normativa in materia di concessione e autorizzazione al taglio boschivo e prevenire quindi fenomeni di illegalità, la Confederazione della piccola e media lmpresa ha attuato un modello innovativo per la gestione delle biomasse vegetali. Un sistema di controllo sull’origine e sulla movimentazione delle biomasse che attraverso moderne tecnologie digitali attua il tracciamento continuo dei materiali dalla raccolta alla consegna, in piena trasparenza così come il confronto tra i quantitativi venduti e quelli autorizzati.

Negli ultimi 80 anni, in Italia, la superficie forestale italiana complessiva è triplicata. Complessivamente, le aree forestali coprono il 36,4% del territorio nazionale, pari a circa 10,9 milioni di ettari. In alcune Regioni e Province autonome le foreste occupano circa il 50% o più della superficie regionale. In questo contesto si inserisce la valorizzazione energetica della biomassa, oltre a ridurre le emissioni in atmosfera, offre un valore economico ad assortimenti legnosi che altrimenti verrebbero lasciati al suolo, rilasciando CO2 in atmosfera e rischiando di diventare causa di incendi o attacchi parassitari. Una gestione sostenibile delle foreste, attraverso il principio dell’utilizzo a cascata del legno, è quindi fondamentale per evitare l’accumulo incontrollato di biomassa, che può portare all’aumento della frequenza e della severità di rischi ambientali, e per realizzare una vera e propria forma di economia circolare.

La valorizzazione attiva e consapevole dei nostri boschi è resa possibile soltanto dalle attività che svolgono le imprese forestali con interventi di prevenzione che mirano alla tutela degli habitat naturali. Le operazioni di taglio, indispensabili per consentire la messa in sicurezza degli alvei fluviali, rientrano nelle buone pratiche di una corretta conservazione dell’equilibrio naturale, riducendo al minino i rischi di un dissesto idrogeologico.