Bonus Matrimonio

Viva l’amore e tutti a sposarsi in chiesa. O forse no. Sta facendo discutere il Ddl presentato dalla Lega alla Camera che prevede un bonus matrimonio fino a 20mila euro. In prima istanza l’incentivo al sì più importante della vita era valido solo se pronunciato all’altare, poi dopo le polemiche si è precisato che vale anche per il rito civile. Ma si tratterebbe di un’iniziativa di partito perché da Palazzo Chigi, facendo trapelare irritazione, si è precisato che la “proposta è un’iniziativa parlamentare e non è allo studio del governo, che, nell’ambito di un quadro finanziario complesso, è al lavoro per sostenere la famiglia con misure concrete e realizzabili nell’ambito della legge di bilancio”. Ed in effetti forse più che con un bonus, la natalità si sostiene creando servizi, come asili nido, e potenziando gli stipendi.

Ma in cosa consiste il bonus matrimonio relativo al Ddl presentato dai deputati leghisti Domenico Furgiuele, Simone Billi, Ingrid Bisa, Alberto Gusmeroli ed Erik Pretto? Un provvedimento che mira ad aiutare le giovani coppie ed a favorire la natalità nelle intenzioni della Lega.

La bozza del Ddl

L’incentivo dovrebbe essere ripartito in cinque quote annuali, da corrispondere attraverso le detrazioni delle spese sostenute e documentate nella dichiarazione dei redditi. Una detrazione del 20% delle spese connesse alla celebrazione del matrimonio quali: ornamenti in Chiesa, tra cui i fiori decorativi, la passatoia e i libretti; gli abiti per gli sposi, il servizio di ristorazione, le bomboniere, il servizio di coiffeur e di make-up e, infine, il servizio fotografico.

Destinatarie dell’agevolazione le coppie under 35, con cittadinanza italiana da almeno 10 anni, e con un indicatore della situazione economica equivalente non superiore a 23.000 euro e a 11.500 euro a persona. Le spese detraibili devono essere sostenute in Italia. Una misura che intende anche sostenere pure il settore wedding e l’intero indotto poiché i dati Istat dimostrano che il numero dei matrimoni è in ripresa ma non ancora ai livelli pre pandemia.

Settore wedding in crisi

Confrontando i primi nove mesi del 2021 con lo stesso periodo pre-pandemico la variazione resta negativa (-4,5%) e in linea con la diminuzione già sperimentata negli anni più recenti. La pandemia infatti ha indotto moltissimi, soprattutto giovani, a rinviare le nozze, che nel giro di un solo anno sono quasi dimezzate: nel 2020 sono stati celebrati infatti 96.841 matrimoni, 87 mila in meno rispetto al 2019 pari al -47,4%. In forte calo a causa del Covid anche le unioni civili, le separazioni e i divorzi: le prime, tra partner dello stesso sesso, sono scese del 33%, le separazioni del 18% e i divorzi del 21,9%.

M. Alt.