Bufale casertano Brucellosi

“E’ arrivata l’ora che il Governo si assuma le proprie responsabilità e prenda in mano la questione brucellosi nel Casertano, facendo come Prodi nel 2007, ovvero dichiarando lo stato di emergenza e nominando un Commissario, che applichi la normativa comunitaria come richiesto dall’ordine del giorno votato da tutti i partiti al Senato.

E ciò non per escludere la Regione Campania, con la quale peraltro non abbiamo più rapporti da oltre un anno, ma perché si tratta di una vicenda di rilievo nazionale che coinvolge un’eccellenza agroalimentare come la mozzarella di bufala dop. Ed è il momento anche di mettere attorno ad un tavolo tutti i soggetti della filiera, dai trasformatori agli industriali, dai distributori ai sindaci, come si fece qualche anno fa per il latte sardo”.

E’ quanto dichiarato dopo l’incontro al ministero della Salute da Gianni Fabbris, portavoce del Coordinamento delle associazioni degli allevatori bufalini del Casertano, che da tempo protestano contro il piano regionale di eradicazione di brucellosi e tbc bufaline, di cui chiedono il ritiro perché basato “su una concezione superata e dannosa” in cui il primo strumento di contrasto sono gli “abbattimenti indiscriminati di bufale campane che danno il latte per la preziosa mozzarella dop”.

Le proteste

Da oltre un anno, gli allevatori bufalini del Casertanoprotestano contro il piano della Regione Campania di eradicazione della brucellosi e della Tbc. Gli operatori lamentano come il piano regionale abbia portato negli ultimi anni all’abbattimento di oltre 140mila bufale, di cui solo poco più dell’1% risultate realmente malate da analisi post-mortem, e alla chiusura di 400 aziende bufaline con 5000 posti di lavoro persi.
Gli imprenditori chiedono l’applicazione dell’ordine del giorno votato all’unanimità dal Parlamento, in cui si propone di “riqualificare” il piano regionale campano su brucellosi e Tbc sulla base dell’ordinamento comunitario e della petizione europea presentata alcune settimane fa, e di garantire così il superamento e la risoluzione di alcuni nodi critici come l’autocontrollo, l’apertura di un tavolo condiviso di confronto, la vaccinazione, la tracciabilità del latte, le opere di sistemazione del territorio.