Bankitalia certifica la ripresa dell’economia in Campania, sia per ciò che concerne le imprese, sia per il reddito delle famiglie. Un clima di fiducia generalizzato che, per alcuni indicatori, supera i livelli pre pandemici e rilanciano la regione verso una crescita costante, al netto dell’andamento della crisi tra Russia e Ucraina.
Il quadro positivo della situazione economica campana è stato esposto da Luigi Leva, responsabile dell’ufficio Analisi e Ricerca sull’economia territoriale della sede di Napoli. Le dichiarazioni sono state rilasciate nel corso della presentazione della nuova versione del rapporto “L’economia della Campania”, tenutasi presso l’Università Federico II di Napoli.
Imprese in ripresa
“Nel 2021 per le imprese abbiamo rilevato una ripresa significativa che si è generalizzata a tutti i settori, dalla manifattura ai servizi – ha dichiarato Leva – In particolare per le costruzioni è stato importante l’effetto degli incentivi per le ristrutturazioni private. Abbiamo però constatato che nel corso dell’anno le difficoltà di approvvigionamento degli input produttivi e le dinamiche che da questo sono scaturite hanno generato ritardi nelle consegne e aumento dei prezzi. Con il conflitto russo-ucraino queste tendenze si sono ulteriormente acuite e questo ha avuto un impatto negativo sulle prospettive di fatturato delle imprese”.
Secondo l’indicatore trimestrale dell’economia regionale (ITER) elaborato dalla Banca d’Italia, nel 2021 l’attività economica è aumentata del 6,0 per cento sull’anno precedente, un incremento in linea con quello del Mezzogiorno ma inferiore a quello dell’Italia. La ripresa dell’attività è stata molto intensa nel secondo trimestre per poi proseguire nella seconda parte dell’anno, sebbene a ritmi più contenuti. Il recupero dell’attività è stato consistente e generalizzato tra i principali settori dell’economia regionale.
Il report sulle imprese campane
“I risultati delle nostre indagini sulle imprese industriali e dei servizi – si legge nel report – evidenziano che è notevolmente cresciuta la quota di aziende con fatturato in aumento; la ripresa delle vendite risulta più diffusa tra le aziende dei servizi, maggiormente penalizzate dal calo di attività nelle fasi
più acute dell’emergenza pandemica”.
Settore turistico
“Le presenze dei turisti stranieri – si legge – anche se in aumento dalla seconda metà dell’anno, sono state ancora molto contenute rispetto a quelle precedenti l’emergenza sanitaria. Anche la ripresa del traffico passeggeri portuale e di quello aeroportuale è stata ampia ma ancora insufficiente a recuperare i livelli del 2019.
Edilizia
Nelle costruzioni l’aumento dell’attività è stato sostenuto dagli incentivi pubblici per le ristrutturazioni edilizie. Il miglioramento
della situazione sanitaria e delle aspettative delle imprese nel corso del 2021 ha influito positivamente sugli investimenti delle aziende, ampliatisi in particolare nell’industria.
Export
Il rafforzamento del ciclo economico internazionale nel corso dell’anno ha favorito l’export regionale che ha più che recuperato il calo del 2020, interessando in particolare le imprese della farmaceutica, della metallurgia e della trasformazione alimentare”.
La forte ripresa della domanda globale ha influito sulla disponibilità e sui prezzi di input produttivi e semilavorati comportando allungamenti nei tempi di consegna per questi beni e aumenti dei costi di produzione; l’impatto di questi ultimi per le imprese campane non è stato dissimile dalla media nazionale.
In ripresa anche i redditi delle famiglie in Campania
“Per le famiglie – ha affermato Leva – l’aumento dell’occupazione ha sicuramente contribuito ad accrescere il reddito, è stato molto importante il sostegno pubblico per il superamento della fase emergenziale e la dinamica del reddito è stata anche superata da quella dei consumi che sono cresciuti di più in relazione al reddito stesso. Il miglioramento del clima di fiducia delle famiglie ha indotto un aumento del ricorso al debito che è cresciuto sia dalla parte del credito al consumo che su mutui per abitazioni che sono tornati su tassi di crescita simili a quelli pre pandemici”.