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Energia. La guerra di Putin è ormai ufficialmente iniziata e le catastrofi sociali si fanno già sentire. Un conflitto che sembra geograficamente distante, ma che rischia di incidere già da subito sulla vita reale degli italiani.

Vediamo nello specifico quanto pesa l’import dalla Russia in Italia

La Russia si colloca all’ottavo posto come nazione dalla quale importiamo di più e tra gennaio e settembre 2021 il valore delle merci e materie prime acquistate ha toccato i 10.096 milioni di euro, per un peso del 3%. L’Ucraina, invece, si colloca alla trentesima posizione come nazione esportatrice in Italia. Da Kiev, il nostro Paese acquista prodotti della siderurgia, oli e grassi vegetali e animali, prodotti di colture agricole non permanenti (cereali).

Energia. Il gas, le bollette, la benzina

Il gas è, come noto, in cima alla classifica dei beni russi più importati dal nostro Paese. Tuttavia, l’Italia acquista dalla nazione asiatica anche altri importanti merci: gas naturale, metalli di base preziosi e altri metalli non ferrosi e combustibili nucleari, petrolio greggio, prodotti della siderurgia; prodotti derivanti dalla raffinazione del petrolio, antracite, prodotti chimici di base, fertilizzanti e composti azotati, materie plastiche e gomma sintetiche, prodotti di colture agricole non permanenti (cereali e semi oleosi); pasta-carta, carta e cartone, prodotti in legno, sughero, paglia e materiali da intreccio.

Lo shock riguarda anche e soprattutto l’elettricità. Il prezzo è schizzato a 284 € per Megawattora, record che risale allo scorso dicembre, quando si è deciso per l’adeguamento tariffario 2022, +55% per le bollette della luce. La bolletta del gas, invece, che a dicembre ha preso a riferimento un prezzo di 85 €/MWh, dovrebbe accusare una variazione maggiore: intorno a +20%.

La benzina ha sfondato la soglia dei due euro al litro nel servito.

Cosa cambierà al supermercato e quali saranno i prodotti più colpiti?

Sicuramente settori alimentari e ortofrutticoli a partire da pane, pasta, polenta, mais. Il grano subirà un aumento del +5,7% dei costi, mentre per il mais e la soia i rincari saranno del +5,5% e +2,87%. Se per l’aumento del grano a rimetterci saranno i prezzi di pasta, pane, biscotti e prodotti di pasticceria, per il mais il rincaro riguarderà la carne. Si tratta di un salasso per le famiglie italiane, già duramente colpite dall’aumento dei prezzi delle bollette luce e gas e del carburante. Quest’ultimo ha causato un’accesa protesta degli autotrasportatori. Con l’80 per cento delle merci che viaggiano su strada, le associazioni di categoria lanciano l’allarme, soprattutto sui prodotti freschi: frutta, verdura, pesce sono a rischio deterioramento se non vengono consegnati, cosi come fiori e piante rischiano di appassire nei vivai e nei mezzi di trasporto.

Ad aumentare non è solo il costo della produzione in sé, ma anche quello del confezionamento dei prodotti. La Coldiretti ha denunciato un vero e proprio caso: in una bottiglia di passata di pomodoro, il valore del succo è pari appena all’8%, mentre le voci più consistenti sono i costi di produzione e distribuzione. Il valore intrinseco dei costi di produzione (18%) e delle bottiglie (10%) supera in questo caso il valore del prodotto stesso. La distribuzione commerciale e i trasporti influiscono sul prezzo addirittura per il 59%.

Problemi per il Made in Italy

La guerra in Ucraina blocca 27 miliardi di interscambio dell’Italia con Russia e Ucraina. L’import dai due Paesi ha un peso di 17,3 miliardi. L’Italia è il quarto Paese esportatore dell’Ue sul mercato russo. Moda, mobili e macchinari sono i prodotti più venduti. Emilia-Romagna, Veneto e Marche coprono il 34,9% del Made in italy in Russia.

Altra questione spinosa è la fuga dei cittadini ucraini dalla capitale e dalle varie città occupate dall’esercito russo che potrebbe trasformarsi in un’ondata di arrivo nei vari paesi di profughi rimasti senza casa a causa della guerra. L’Italia è sicuramente lontana dal punto di vista geografico, motivo per cui non si teme un arrivo di massa incontrollabile ma viste le tantissime persone ucraine presenti sul territorio italiano, non è escluso che molti profughi tenteranno di ricongiungersi con i propri familiari presenti sul territorio italiano.

Cosa ci aspetta nel futuro? Quali sono le previsioni per il 2022?

La nostra bolletta è legata dal destino del prezzo del gas e sarà quindi ancora più elevata rispetto al 2021. Entro giugno il Governo dovrebbe stabilire i criteri delle aree idonee per gli impianti rinnovabili necessari dal 2030 al 2050. Si dovrà, inoltre, lavorare per incrementare i flussi da gasdotti non a pieno carico, come il TAP dall’Azerbaijan, il TransMed dall’Algeria e dalla Tunisia, il GreenStream dalla Libia. Potrebbe essere necessaria la riapertura delle centrali a carbone, per colmare eventuali mancanze nell’immediato. Questo, secondo il presidente Draghi.

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