Secondo un recente studio di Demoskopika, commentato dal Codacons, il 45% degli italiani non si è concesso una vacanza tra giugno e settembre del 2024, corrispondente a circa 27 milioni di cittadini. Una situazione in netto peggioramento rispetto al 2019, quando la percentuale di rinunce si attestava al 39%. Il Codacons sottolinea che, in soli cinque anni, il numero di italiani che ha dovuto rinunciare alle ferie è aumentato di 3,6 milioni.
La principale causa di questa rinuncia è il caro-prezzi nel settore turistico, confermato anche dai dati dell’inflazione turistica riportati da Demoskopika. Più di un cittadino su due (il 55% di chi non parte) motiva la sua scelta con l’impossibilità di sostenere le spese legate alle vacanze.
A parità di notti fuori casa e di beni e servizi acquistati, il Codacons stima che la spesa pro-capite per chi si è concesso una vacanza tra giugno e settembre sia aumentata del 26,3% rispetto al 2019, passando da una media di 950 euro a persona a circa 1.200 euro nel 2024, con un incremento di 250 euro a persona.
Secondo Carlo Rienzi, presidente del Codacons, “Tutti i numeri sul turismo confermano purtroppo i nostri allarmi circa la stangata che ha colpito le vacanze estive degli italiani”. Rienzi sottolinea inoltre che i rincari sarebbero “del tutto ingiustificati”, attribuendo il fenomeno principalmente alla ripresa del turismo e alla crescita delle presenze di visitatori stranieri, che hanno spinto gli operatori del settore a ritoccare al rialzo i listini.
Questo fenomeno sta modificando profondamente le abitudini vacanziere degli italiani, che si trovano sempre più spesso costretti a fare i conti con l’inflazione turistica e a rinunciare alle loro tradizionali vacanze estive.
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