Cop27

COP27 è iniziata domenica 6 novembre a Sharm El Sheikh, in Egitto. Si tratta della 27esima Conferenza delle Parti sui Cambiamenti Climatici. Le problematiche ambientali e le crisi umanitarie che ne derivano terrano banco fino alla cerimonia di chiusura prevista per il 18 novembre.

COP è l’acronimo della dicitura inglese ‘Conference Of The Parties’. Alla conferenza partecipano i paesi che hanno ratificato la Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici e i delegati di 200 nazioni. La sfida è quella di tradurre in impegni concreti i buoni propositi in materia di salvaguardia dell’ambiente. Sfida complicata dall’intricatissima situazione geopolitica, con un’economia mondiale che risente ancora degli strascichi della pandemia da coronavirus, una guerra in pieno svolgimento fra Ucraina e Russia, la crisi alimentare ed energetica e le crescenti tensioni fra Usa e Cina. Appuntamento comunque irrinunciabile e non rimandabile dato l’innalzamento lento e costante delle temperature negli ultimi anni. Fra gli esperti di tematiche ambientali più di una voce concorda sul fatto che il mondo sia sul punto di non ritorno.

Quest’anno COP torna in Africa

Dopo COP7 a Marrakech, COP12 a Nairobi, COP17 a Durban e COP22 nuovamente a Marrakech, quest’anno COP è tornata a Sharm El Sheikh. L’auspicio dei paesi africani è quello che le nazioni ricche e industrializzate mostrino maggiore sensibilità nei confronti delle popolazioni che per prime risentono dei cambiamenti climatici ovvero, in primis, di siccità, desertificazione e carestie. E che traducano questa sensibilità in atti concreti. L’attenzione è puntata sulla promessa di quei 100 miliardi di dollari all’anno già annunciati per la gestione delle crisi ambientali e climatiche.

Il vademecum del World Economic Forum

Il World Economic Forum ha definito un vademecum di 5 punti fondamentali che giudica imprescindibili e che, auspica, saranno affrontati dalla COP27: natura, ovvero uso del suolo, deforestazione, protezione degli ecosistemi terrestri e oceanici; cibo, ovvero prezzi delle materie prime, crisi alimentari e produttività dei terreni; acqua, cioè inondazioni e siccità; decarbonizzazione, cioè ridurre le emissioni di carbonio sia per quanto riguarda i trasporti che per quanto riguarda la creazione di città e sistemi produttivi a basse emissioni; adattamento climatico, ovvero riconoscere che, secondo la stima del WEF, 3.3 miliardi di persone vivono oggi in contesti vulnerabili ai cambiamenti climatici e che milioni di persone vivono attualmente come sfollati in seguito a catastrofi naturali.

Greta Thunberg non andrà a COP27

Salvo improbabili colpi di scena dell’ultimo minuto, l’eco-attivista svedese Greta Thunberg alla COP27 non ci sarà. Le critiche che Greta Thunberg muove al summit internazionale sono essenzialmente due: quella di essere stata organizzata in un paese che reprime i diritti civili e quella di fare una mera operazione di facciata. Si tratta di una notizia, perché l’attivista è stata alla conferenza COP24 in Polonia, alla COP25 in Cile e alla COP26 a Glasgow.

“Non andrò alla COP27 per molte ragioni, ma lo spazio per la società civile quest’anno è molto limitato”, ha recentemente detto Greta Thunberg nel corso della presentazione del suo ultimo libro a Londra. E ancora: “Questi eventi sono usati principalmente dai leader politici e dalle persone di potere come opportunità per ottenere attenzione e mettere in atto molti tipi differenti di greenwashing”. Le conferenze COP, ha aggiunto la Thunberg, “non intendono realmente cambiare l’intero sistema”, ma incoraggiare progressi graduali e “per come stanno le cose questi incontri non funzionano davvero, a meno che naturalmente tutti noi non li utilizziamo come opportunità per mobilitarci”. Greta Thumberg è fra i firmatari di una petizione che intende sfruttare l’attenzione mondiale per la COP27 al fine di chiedere al governo egiziano di scarcerare i dissidenti politici.

Proteste per Coca Cola alla COP27

Ad alimentare ulteriori polemiche legate alla COP27 c’è anche il caso Coca Cola. La multinazionale americana è lo sponsor ufficiale della COP27. Il governo egiziano ha posto l’accento sugli sforzi sostenuti da The Coca-Cola Company per ridurre le emissioni di gas serra. Ma gli ambientalisti sono andati all’attacco accusando Coca Cola di essere uno dei più grandi inquinatori di plastica al mondo. Fra le numerose voci ambientaliste contro questa sponsorizzazione c’è quella di Greenpeace.