Il credito d’imposta per gli investimenti nelle Zone Economiche Speciali (ZES) rappresenta una leva strategica per sostenere lo sviluppo del Mezzogiorno. La misura, che incentiva le imprese ad avviare nuovi investimenti e creare posti di lavoro, ha già dimostrato la sua efficacia. Tuttavia, il termine per beneficiare degli aiuti è fissato al prossimo 15 novembre, una scadenza che potrebbe compromettere la continuità di molti progetti avviati.
Raffaele Marrone, delegato ZES di Confapi, ha lanciato un appello al governo per una proroga immediata fino al 31 dicembre 2024, con la possibilità di estendere ulteriormente il termine al 2025.
Perché è necessaria una proroga?
“La proroga degli aiuti al 2024 è fondamentale per garantire una crescita stabile in un’area che ha sofferto per anni di ritardi infrastrutturali e deficit economici,” ha dichiarato Marrone. “La scadenza di metà novembre non si allinea con i tempi di programmazione delle imprese, che ragionano su base annuale e necessitano di stabilità normativa.”
I benefici già tangibili
Grazie agli incentivi fiscali, molte aziende hanno scelto di investire nel Mezzogiorno, favorendo lo sviluppo delle infrastrutture locali, la crescita economica e l’occupazione. Prolungare la misura fino al 2024 consentirebbe di consolidare i risultati raggiunti e attrarre ulteriori investitori, contribuendo a colmare i divari territoriali con il resto del Paese.
Un’occasione da non perdere
Secondo Marrone, lasciare scadere il credito d’imposta al 15 novembre sarebbe un’occasione persa per il rilancio del Sud. “Estendere la durata degli aiuti fiscali garantirebbe non solo maggiore stabilità economica, ma permetterebbe anche alle imprese di pianificare al meglio i propri investimenti, rendendoli compatibili con i parametri fiscali annuali.”
Ora la decisione spetta al governo, che è chiamato a dare una risposta concreta alle esigenze delle imprese e alle speranze del Mezzogiorno.
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