Il termine dossieraggio indica la raccolta sistematica di informazioni su una persona, un’azienda, un ente o un’organizzazione. Questa pratica, utilizzata legittimamente per scopi investigativi o giornalistici, può però sconfinare in un’azione illecita quando tali informazioni vengono raccolte senza consenso o utilizzate per influenzare, intimidire o screditare la persona o l’entità oggetto dell’indagine. In alcuni casi, il dossieraggio è una tecnica usata per fini politici o concorrenziali.
Un po’ di storia: origini e contesto
L’origine del dossieraggio risale a periodi storici in cui la sorveglianza e l’informazione erano strumenti di controllo del potere. Tutt’oggi, questa pratica può diventare un’arma in mano a chi desidera ottenere un vantaggio informativo su rivali, concorrenti o personaggi pubblici. Non a caso, politici, aziende e media sono spesso protagonisti di vicende di dossieraggio, con risvolti significativi per la privacy e la reputazione delle persone coinvolte.
Dossieraggio in ambito legale e investigativo
Il dossieraggio può essere impiegato legalmente da istituzioni autorizzate, come forze dell’ordine e agenzie di intelligence, che raccolgono informazioni a scopo di indagini su individui o organizzazioni sospettate di attività criminali. In questo contesto, i dati devono essere raccolti e trattati secondo norme precise, rispettando diritti individuali e il diritto alla privacy, in modo che le informazioni non siano utilizzate arbitrariamente o divulgate senza giusta causa.
“Il dossieraggio è uno strumento complesso: la sua efficacia e legittimità dipendono dal contesto e dalla legalità della raccolta e gestione dei dati,” spiega l’esperto legale Carlo Montanari, specialista in diritto della privacy.
Il rischio di abuso: il dossieraggio come arma di pressione
Quando il dossieraggio sfugge al controllo normativo, può diventare una pratica volta a manipolare l’opinione pubblica o influenzare decisioni politiche. In ambito politico, ad esempio, alcuni attori possono commissionare la raccolta di dati su avversari per far emergere eventuali “scheletri nell’armadio” o informazioni compromettenti che danneggerebbero l’immagine pubblica di una persona. Questa pratica è considerata illecita, in quanto viola il diritto alla riservatezza e può integrare reati di diffamazione e violazione della privacy.
Aspetti giuridici e regolamentazioni
A livello normativo, la raccolta e l’utilizzo di dati personali attraverso il dossieraggio sono disciplinati dal Regolamento Generale sulla Protezione dei Dati (GDPR) nell’Unione Europea, che stabilisce limiti precisi sulle modalità di raccolta e utilizzo delle informazioni personali. Nel contesto italiano, il Codice della Privacy prevede sanzioni per chi viola le norme di trattamento dei dati, particolarmente in ambiti come quelli politici o aziendali, dove il dossieraggio illecito può rappresentare un grave danno per la reputazione e la fiducia del pubblico.
“Un dossieraggio illecito non solo è un reato, ma anche una minaccia per la democrazia, perché lede la trasparenza e la libertà d’espressione,” aggiunge l’avvocato Maria Longo, specialista in diritto digitale.
Riflessioni conclusive
Il dossieraggio rimane una pratica controversa: da un lato, è un valido strumento investigativo, ma dall’altro può diventare un’arma dannosa se usata in modo improprio. La consapevolezza di cosa sia il dossieraggio e delle sue implicazioni è fondamentale in una società moderna, in cui la protezione della privacy è un diritto fondamentale.
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