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Il quadro dell’economia italiana a settembre e ottobre del 2024 mostra una condizione di stallo e incertezze che pesano su diversi settori chiave, rendendo urgente un intervento di sostegno. La crescita stabile dell’economia internazionale è infatti oscurata da tensioni geo-economiche e dai rischi che ne derivano, ma l’Italia registra performance al di sotto della media europea, riflettendo una debolezza complessiva del sistema economico nazionale.

PIL fermo rispetto ai partner europei
Secondo le stime preliminari, nel terzo trimestre 2024, il PIL italiano è rimasto stazionario rispetto al trimestre precedente, mentre i principali partner europei e la media dell’area euro hanno registrato risultati migliori. “L’economia italiana continua a subire il peso di una domanda interna debole e della frenata dell’export, che limita le possibilità di crescita,” commentano gli esperti di economia nazionale.

Settore manifatturiero e export in calo
Sul versante dell’offerta produttiva, la produzione manifatturiera ha subito un calo dello 0,4% a settembre, dopo una variazione nulla in agosto. I dati sulle esportazioni confermano ulteriori difficoltà: nei primi otto mesi del 2024, il valore dell’export è calato dello 0,6% rispetto allo stesso periodo del 2023, in gran parte a causa della frenata delle vendite verso i mercati UE.

Occupazione e fiducia in discesa
Anche il mercato del lavoro mostra segnali di rallentamento: dopo tre mesi di crescita, a settembre l’occupazione è calata in maniera generalizzata, coinvolgendo uomini e donne, con una flessione maggiore tra i 35-49 anni. Parallelamente, a ottobre si è registrato un deterioramento della fiducia delle famiglie per quanto riguarda la situazione economica generale e le prospettive future.

Il calo del clima di fiducia ha colpito anche le imprese, soprattutto nella manifattura e nei servizi di mercato, settori strategici che risentono delle incertezze economiche interne ed esterne.

Prezzi al consumo in aumento moderato
Dal lato dei prezzi, l’indice dei prezzi al consumo armonizzato (IPCA) è aumentato in Italia, ma con un ritmo più lento rispetto alla media dell’area euro e ai principali paesi europei. Questo dato mostra una pressione inflazionistica meno intensa in Italia, ma continua a pesare sulla capacità di spesa delle famiglie e delle imprese.

Preoccupazioni per il futuro
Il contesto di bassa crescita e aumento moderato dei prezzi rende necessario, secondo molti analisti, un piano di stimolo per rilanciare investimenti e occupazione. La combinazione di una domanda debole, una scarsa crescita dell’export e il deterioramento della fiducia rappresentano sfide importanti per l’economia nazionale nei prossimi mesi.


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