Graduatore infinite e alloggi popolari che non vengono più costruiti da oltre 20 anni: è la fotografia di una situazione che per molti sta diventando sempre più difficile.
La forbice crescente tra redditi e affitti immobiliari e la carenza strutturale di edilizia residenziale pubblica, che copre meno del 5% del fabbisogno, rendono questa questione quanto mai urgente da risolvere.
I numeri
Secondo uno studio di Federcasa, l’associazione di categoria degli enti gestori, sono 320mila le richieste inevase di case popolari, mentre il bacino potenziale degli aventi diritto è di 1,8 milioni di persone.
Per riuscire a fare fronte a questa situazione si dovrebbe dare il via a un’azione concreta di nuova edilizia popolare, in grado di superare i limiti strutturali del nostro sistema e riuscire a preservare il parco attuale integrandolo con ulteriori 200mila nuove residenze.
Pnrr e rigenerazione urbana
Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza ha assegnato all’Italia importanti risorse in questo senso: il cosiddetto PINQua (Programma Innovativo Nazionale per la Qualità dell’abitare), finanziato con 2,8 miliardi del PNRR, ha come obiettivo proprio quello di migliorare la qualità dell’abitare con azioni di “rigenerazione urbana”. Un piano che, per le risorse allocate e per le specifiche finalità, risulta insufficiente per risolvere i problemi abitativi italiani.
In contrasto con questa che dai media nazionali viene definita “emergenza abitativa” è sempre più evidente un nuovo fenomeno di abbandono e inutilizzo degli edifici popolari.
Sempre Federcasa ci dice che su 785mila case pubbliche esistenti in Italia, 55mila risultano sfitte. Appartamenti non assegnati per mancata manutenzione, perché fatiscenti o per qualche ostacolo burocratico.
Qual è la situazione della Campania in questo scenario?
Qualcosa si sta muovendo: il 30 settembre di quest’anno si è chiusa la possibilità di inserire nuove domande di assegnazione, per le quali l’amministrazione regionale ha creato una piattaforma telematica unica che consente di realizzare una mappatura completa delle case popolari disponibili ed assegnate.
Un passo in avanti se si pensa che questa graduatoria non veniva aggiornata da oltre vent’anni: venti lunghi anni durante i quali gli appartamenti, una volta restituiti dai locatari, non erano mai stati riassegnati. Su 20mila immobili ERP la metà oggi è occupata o abusivamente o da chi non ha il titolo di assegnazione in regola, trasformandone la gestione in uno dei business più lucrosi dei clan della camorra.
di Serena Lena