Landini Referendum lavoro Cgil

Una delegazione della Cgil, guidata dal segretario generale Maurizio Landini, ha raggiunto oggi la sede della Corte di Cassazione per depositare le firme raccolte in favore di quattro referendum riguardanti il lavoro e la sicurezza. Un totale di quattro milioni di firme, contenute in 1.036 scatoloni trasportati da tre furgoni, è stato consegnato per supportare i quesiti referendari, ciascuno dei quali ha raccolto un milione di firme.

“Quattro milioni di firme di cittadini che chiedono di votare per cambiare leggi sbagliate e che vogliono affermare la libertà nel lavoro e nella vita. Per la libertà di non essere precari, di non essere sfruttati, di non morire sul lavoro, di avere una sanità che funziona,” ha dichiarato Landini all’arrivo davanti alla Cassazione.

Landini ha sottolineato l’importanza di questa iniziativa, affermando che in un Paese dove la metà dei cittadini non va a votare, il fatto che così tanti abbiano firmato per questi referendum indica una forte domanda di cambiamento. “La Cgil si è messa a disposizione dei cittadini e oggi inizia una nuova fase: portare 25 milioni di persone a votare per cambiare questo Paese e rimettere al centro il lavoro, i diritti e la libertà delle persone,” ha aggiunto.

Ecco i dettagli dei quattro quesiti referendari proposti dalla Cgil:

Primo Quesito: Abolizione del Contratto a Tutele Crescenti del Jobs Act

La Cgil propone di abrogare le norme del Jobs Act che hanno introdotto il contratto a tutele crescenti, il Dlgs. 4 marzo 2015 n. 23, che impediscono la reintegrazione nel posto di lavoro in caso di licenziamenti ingiustificati per i lavoratori assunti dopo marzo 2015. Il quesito referendario è:

«Volete voi l’abrogazione del d.lgs. 4 marzo 2015, n. 23, recante “Disposizioni in materia di contratto di lavoro a tempo indeterminato a tutele crescenti, in attuazione della legge 10 dicembre 2014, n. 183” nella sua interezza?»

Secondo Quesito: Eliminazione del Tetto per l’Indennità nei Licenziamenti nelle PMI

Questo quesito mira a rimuovere il limite massimo di indennizzo fissato per legge nei licenziamenti ingiustificati nelle piccole e medie imprese, affidando la determinazione dell’importo al giudice. Il quesito è formulato come segue:

«Volete voi l’abrogazione dell’articolo 8 della legge 15 luglio 1966, n. 604, recante “Norme sui licenziamenti individuali”, come sostituito dall’art. 2, comma 3, della legge 11 maggio 1990, n. 108, limitatamente alle parole: “compreso tra un”, alle parole “ed un massimo di 6” e alle parole “La misura massima della predetta indennità può essere maggiorata fino a 10 mensilità per il prestatore di lavoro con anzianità superiore ai dieci anni e fino a 14 mensilità per il prestatore di lavoro con anzianità superiore ai venti anni, se dipendenti da datore di lavoro che occupa più di quindici prestatori di lavoro”?»

Terzo Quesito: Stretta sui Contratti a Termine

La proposta della Cgil prevede l’abolizione delle norme che hanno liberalizzato i contratti a tempo determinato, reintroducendo la necessità di causali specifiche anche per contratti di durata inferiore ai 12 mesi. Il quesito è:

«Volete voi l’abrogazione dell’articolo 19 del d.lgs. 15 giugno 2015, n. 81 recante “Disciplina organica dei contratti di lavoro e revisione della normativa in tema di mansioni, a norma dell’articolo 1, comma 7, della legge 10 dicembre 2014, n. 183”, comma 1, limitatamente alle parole “non superiore a dodici mesi. Il contratto può avere una durata superiore, ma comunque”, alle parole “in presenza di almeno una delle seguenti condizioni”, alle parole “in assenza delle previsioni di cui alla lettera a), nei contratti collettivi applicati in azienda, e comunque entro il 31 dicembre 2024, per esigenze di natura tecnica, organizzativa e produttiva individuate dalle parti;” e alle parole “b bis)”; comma 1 -bis , limitatamente alle parole “di durata superiore a dodici mesi” e alle parole “dalla data di superamento del termine di dodici mesi”; comma 4, limitatamente alle parole “,in caso di rinnovo,” e alle parole “solo quando il termine complessivo eccede i dodici mesi”; articolo 21, comma 01, limitatamente alle parole “liberamente nei primi dodici mesi e, successivamente”?»

Quarto Quesito: Responsabilità Solidale negli Appalti

Il quarto quesito riguarda l’abrogazione delle norme che escludono la responsabilità solidale dell’impresa committente in caso di infortuni sul lavoro negli appalti e subappalti. Il quesito è:

«Volete voi l’abrogazione dell’art. 26, comma 4, del decreto legislativo 9 aprile 2008, n. 81, recante “Attuazione dell’articolo 1 della legge 3 agosto 2007, n. 123, in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro” come modificato dall’art. 16 del decreto legislativo 3 agosto 2009 n. 106, dall’art. 32 del decreto legge 21 giugno 2013, n. 69, convertito con modifiche dalla legge 9 agosto 2013, n. 98, nonché dall’art. 13 del decreto legge 21 ottobre 2021, n. 146, convertito con modifiche dalla legge 17 dicembre 2021, n. 215, limitatamente alle parole “Le disposizioni del presente comma non si applicano ai danni conseguenza dei rischi specifici propri dell’attività delle imprese appaltatrici o subappaltatrici”?»


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