Governo Draghi - Luigi Di Maio

Sono ore convulse nelle stanze romane in attesa della giornata cruciale del 20 luglio. Il presidente del Consiglio, Mario Draghi, renderà mercoledì comunicazioni alle Camere con voto di fiducia con chiama. È quanto emerso dalla Conferenza dei capigruppo di Montecitorio, che tornerà a riunirsi domani, alle 16.30, per stabilire tempi e modalità del dibattito, alla luce delle decisioni che verrano prese Senato.

Intanto, continua a tenere banco il dibattito all’interno del gruppo dei Cinque Stelle. Critiche al capogruppo pentastellato Davide Crippa nel corso dell’assemblea congiunta M5S, ripresa dopo le 14. Durante la riunione (che si sta svolgendo in videoconferenza alla presenza del leader Giuseppe Conte) il presidente dei deputati grillini sarebbe stato attaccato, anche se non direttamente, per aver appoggiato la richiesta, avanzata da Iv e Pd durante la conferenza dei capigruppo della Camera, di chiedere al presidente del Consiglio Mario Draghi di rendere mercoledì le sue comunicazioni inizialmente a Montecitorio e non al Senato come previsto dalla prassi. A Crippa sarebbero stati chiesti chiarimenti in merito alla sua scelta: a pretendere delucidazioni, tra gli altri, la deputata Vittoria Baldino.

Camera o Senato?

Il primo ‘non voto’ M5S sul dl Aiuti si è verificato alla Camera, per questo motivo sembrava più logico e corretto chiedere con il Pd le comunicazioni di Draghi prima alla Camera e poi al Senato.

La posizione delle forze di maggioranza

A due giorni dal voto in Parlamento, intanto, anche le forze di maggioranza provano a fare chiarezza. Confronti interni, ultimatum e inviti continuano a scandire il conto alla rovescia in attesa del ‘giorno del giudizio’ che potrebbe decretare la fine del Governo Draghi o prolungarne l’esperienza fino allo scadere della legislatura.

“Basta con l’indegno teatrino di 5Stelle e PD che, come spiegato giovedì dal Presidente Mario Draghi, ha fatto venir meno ‘il patto di fiducia’ su cui era nato questo governo. Il Parlamento è ormai completamente delegittimato: basarsi su transfughi e maggioranze ballerine non garantisce stabilità ed è in contrasto con quanto desiderato esplicitamente dal premier che non vuole cambiare in corsa le forze che lo sostengono. A questo punto, diamo agli italiani la possibilità di scegliere un nuovo Parlamento che finalmente, e per cinque anni, si occupi di lavoro, sicurezza e salute degli Italiani, altro che droga libera, Ius Soli o Ddl Zan”. Così il vicesegretario della Lega, Lorenzo Fontana.

Italia viva: “Speriamo che il Pd si accorga della scarsa affidabilità del M5s”

“Il campo largo non è mai esistito, se non nei disegni del Nazareno. Per noi quel campo è sempre stato più che altro minato e i fatti lo confermano. Le mine erano tutte sotto i piedi del Pd. Del resto lo avevamo detto che non avremmo mai stretto alleanze con i grillini”. – Così il presidente di Italia Viva Ettore Rosato ai giornalisti fuori dalla Camera. “Noi di Conte ci siamo sempre fidati poco, ora spero sia il Pd, che ha condizionato addirittura il suo sostegno a Draghi solo in caso di presenza del M5s, ad accorgersi della scarsa affidabilità dei grillini, ha aggiunto.

Duro attacco di Fratelli D’Italia

“Appelli, ripensamenti, suppliche e giravolte: per paura di esser sconfitta, la sinistra è disposta a tutto pur di scongiurare il ritorno al voto. Possono fuggire quanto vogliono, arriverà presto il giorno in cui dovranno fare i conti col giudizio degli italiani”. Così su Facebook la leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni.