Energia Nucleare Mini reattori (3)

Son passati ormai oltre 35 anni da quel lontano 1987 quando gli italiani, con il referendum abolizionista, decretarono la chiusura definitiva di tutte le centrali nucleari nazionali. Una scelta dettata dai timori per la sicurezza dell’energia atomica, emersi in modo drammatico dopo i disastrosi incidenti di Chernobyl e Three Mile Island. Da allora l’Italia ha intrapreso la strada delle rinnovabili e della diversificazione, dicendosi contraria al ritorno del nucleare.

La sfida dell’indipendenza energetica e l’opzione dei mini reattori modulari

Ora però qualcosa sembra cambiare. La grave crisi energetica innescata dalla guerra in Ucraina ha reso evidente la necessità per il nostro Paese di trovare fonti stabili per l’elettricità, riducendo progressivemente la dipendenza dai combustibili fossili importati. Ed è in questo contesto che il governo sta valutando concretamente di reintrodurre l’energia nucleare, sotto una nuova forma: i mini reattori modulari, detti anche SMR (Small Modular Reactor).

Si tratta di centrali atomiche di piccola taglia, da 300 a 500 MW elettrici ciascuna, dinamiche e flessibili. I loro vantaggi principali sono la sicurezza intrinseca, grazie a sistemi passivi di raffreddamento in caso di malfunzionamento, costi contenuti, tempi di costruzione ridotti e possibilità di essere installati in siti non necessariamente vasti come le vecchie centrali.

Il piano del Governo italiano

Il Ministro Pichetto Fratin ha annunciato che il Piano Nazionale Energia e Clima, in aggiornamento, conterrà uno scenario con una quota del 20% di elettricità da nucleare al 2050 proprio grazie ai mini reattori. L’obiettivo è realizzare i primi impianti entro il 2029-2030. Una sfida non da poco se si considera che in Italia manca tuttora una normativa specifica in materia.

L’utilizzo del nucleare nel mondo

Attualmente il nucleare è utilizzato a livello civile in 32 Paesi nel mondo, con un totale di circa 440 reattori in funzione, per una capacità installata di 392,6 GW.

I maggiori utilizzatori sono gli Stati Uniti, la Francia e la Cina, che coprono assieme oltre la metà della generazione globale da fissione nucleare. La Francia produce oltre il 70% della sua energia elettrica da centrali atomiche. Anche paesi come Svezia, Svizzera, Corea del Sud, Belgio e Slovenia hanno una forte penetrazione del nucleare nel loro mix energetico.

Fanno eccezione il Giappone, che ha ridotto fortemente la produzione dopo Fukushima, e la Germania che ha abbandonato la produzione di energia elettrica da fonte nucleare il 15 aprile 2023.

Le incognite nel dibattito italiano

Ma in Italia la questione nucleare rimane complessa. Da un lato la transizione energetica obbliga a considerare ogni opzione a basse emissioni per soddisfare la domanda crescente; dall’altro è sempre viva la contrarietà manifestata con il referendum popolare del 1987. Serviranno dunque ampie garanzie sulla sicurezza degli SMR, un confronto trasparente e il coinvolgimento della popolazione per trovare un equilibrio tra esigenze ambientali ed economiche e il sentimento prevalente nel Paese.

di Serena Lena

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