Green - Pannelli fotovoltaici

Presentato a Roma il rapporto GreenItaly 2023, realizzato da Fondazione Symbola e Unioncamere per fotografare lo stato dell’economia legata alla sostenibilità nel nostro Paese. Secondo la ricerca, i settori green in Italia occupano 3,2 milioni di lavoratori, il 13,9% del totale, a riprova di come l’attenzione all’ambiente stia diventando sempre più centrale anche dal punto di vista economico e occupazionale.

La presentazione del rapporto

Alla presentazione del rapporto hanno partecipato Ermete Realacci, presidente della Fondazione Symbola, e Andrea Prete, presidente di Unioncamere. Realacci ha sottolineato come “da anni l’Italia sia tra i paesi ecoleader in Europa”, con oltre 510mila imprese che negli ultimi cinque anni hanno continuato ad investire nell’economia verde nonostante le crisi. Secondo Realacci, però, per cogliere pienamente le opportunità della transizione serve “accelerare gli investimenti” soprattutto nel settore delle energie rinnovabili, dove il nostro Paese sconta ancora dei ritardi rispetto ad altri partner Ue.

I numeri

I numeri dell’economia green italiana presentati nel rapporto sono molto positivi. 

Nel quinquennio 2018-2022, sono state 510.830 le imprese che hanno effettuato eco-investimenti, pari al 35,1% del totale, soprattutto in aree cruciali quali la progettazione e sviluppo (87%), la logistica (81,7%) e il marketing e comunicazione (79,2%).

Oggi, inoltre, l’83,4% dei rifiuti viene avviato al riciclo, con l’Italia prima in Europa davanti a tutti i grandi Paesi. Nel biennio 2020-2021 si è registrato un consolidamento della capacità di riciclo industriale, con incremento della quota di materie seconde impiegate in tutti i settori, a conferma del ruolo da protagonista del nostro Paese nell’economia circolare. 

Bene anche le “green jobs”, con oltre 1,8 milioni di contratti attivati nel 2022 in settori legati alla sostenibilità ambientale, pari al 35,1% dei contratti totali. 

Le criticità

Nel rapporto si sottolinea però come alcuni ritardi, come quelli nelle autorizzazioni per gli impianti rinnovabili, rallentino il pieno sblocco delle potenzialità del settore. Anche su questo terreno servono riforme per semplificare le procedure e stimolare gli investimenti privati, come richiesto da diversi rappresentanti di categoria intervenuti all’incontro. 

Gli obiettivi 2030

Si tratta di un settore chiave su cui l’Italia può e deve fare di più per essere in prima linea nel percorso globale verso la neutralità climatica: nonostante i risultati raggiunti, per sfruttare pienamente le potenzialità della green economy servono ulteriori investimenti per accelerare soprattutto lo sviluppo delle fonti rinnovabili, su cui il ritardo autorizzativo italiano è ancora significativo, con l’obiettivo di installare 10 GW all’anno per centrare i target europei al 2030 di riduzione delle emissioni.

di Serena Lena