Case green

Case green. Prosegue il lavoro dell’Ue per raggiungere l’obiettivo delle zero emissioni entro il 2050. All’orizzonte una vera e propria direttiva che interverrà drasticamente in materia di edilizia. Il fine è innalzare l’efficienza energetica di tutti gli edifici negli Stati membri e ridurre conseguentemente i consumi. La data prevista è il 2050 ma già a partire dal 2030 bisognerebbe garantire una riduzione delle emissioni rientrando nella classe energetica E. Tre anni più tardi bisognerà poi passare alla classe energetica D.

Per raggiungere il target, la Commissione ha presentato il pacchetto “Fit to 55” che contiene anche la “Energy performance of buildings directive” (Epbd). In pratica verranno riviste le prestazioni energetiche e i cittadini europei dovranno adeguare le proprie case per raggiungere i nuovi standard di efficienza. Questo genera allarme perché non è ancora chiaro fin dove deve intervenire il privato oppure lo Stato laddove i cittadini non abbiano la possibilità di farlo. Inoltre c’è anche il tema degli edifici pubblici popolari che sono di proprietà delle istituzioni pubbliche.

Tutto ciò preoccupa non poco il governo italiano, che non vede di buon occhio una tale direttiva. L’Italia, infatti, a differenza di altri Paesi del Nord Europa, ha un patrimonio edilizio in certi casi datato ed anche di importante valore storico e culturale. Un provvedimento simile creerebbe non pochi problemi. L’Italia, non a caso, chiede maggiore flessibilità.

Quanto “pesa” una direttiva Ue?

Vale la pena ricordare che una direttiva costituisce un atto giuridico adottato dalle istituzioni dell’Unione europea e rivolto agli Stati membri dell’Unione, avente carattere vincolante per quanto riguarda il risultato da raggiungere. Le autorità nazionali di ogni paese dell’Unione europea cui si rivolge la direttiva, infatti, hanno il compito di definire la forma e i metodi da impiegare per l’integrazione della direttiva nel proprio diritto nazionale. E se ciò non accade, la Commissione potrà avviare procedure di infrazione e iniziare procedimenti contro tale Paese davanti alla Corte di giustizia dell’Ue.

Costi esorbitanti per gli interventi

Ciò che spaventa l’Italia è che circa il 70% dei cittadini possiede un immobile ma non tutti hanno le stesse possibilità di spesa. Ed i conti in previsione confermano i timori. Secondo i dati Enea, col super bonus 110% sono stati effettuati 359440 interventi per una spesa di 62,5 miliardi di euro. Se dovesse passare la direttiva gli immobili italiani da sistemare sarebbero 9milioni e servirebbero oltre 1500 miliardi di euro. Chi li stanzia?

di M. Alt.