Ponte Morandi - Autostrade

L’udienza preliminare dell’inchiesta legata al crollo del ponte Morandi, avvenuto il 14 agosto 2018 e costato la vita a 43 persone, si è conclusa con un patteggiamento e 46 rinvii a giudizio. L’inchiesta, che ha portato alla luce gravi negligenze e falsi report sullo stato di sicurezza dei viadotti, si è arricchita di ulteriori accuse riguardanti altre infrastrutture gestite da Autostrade per l’Italia (Aspi).

Il crollo e l’inchiesta sui falsi report

Dopo la tragica caduta del ponte Morandi, le indagini hanno rivelato come diversi report relativi allo stato di sicurezza dei viadotti e delle barriere antirumore fossero stati falsificati. Gli investigatori hanno scoperto carenze strutturali che avrebbero potuto compromettere ulteriormente la sicurezza delle infrastrutture. A questa indagine si è poi unita quella relativa al crollo della galleria Bertè sulla A26, avvenuto il 30 dicembre 2019, e alle accuse di mancato rispetto delle normative europee per la sicurezza nei tunnel.

Un patteggiamento, 46 a processo

Tra i 47 imputati, solo uno ha scelto di patteggiare, accettando una pena di cinque mesi e 10 giorni, mentre gli altri 46, tra cui figure di alto profilo come Giovanni Castellucci, ex amministratore delegato di Aspi, Paolo Berti e Michele Donferri Mitelli, rispettivamente ex numeri due e tre dell’azienda, e Stefano Marigliani, ex direttore di tronco, affronteranno il processo.

La procura aveva inizialmente proposto 12 patteggiamenti, ma soltanto uno degli imputati ha accettato l’offerta, mentre per gli altri l’udienza preliminare ha stabilito il rinvio a giudizio.

Le dichiarazioni

La conclusione dell’udienza preliminare segna un importante passo avanti verso la ricerca della verità e della giustizia per le vittime del ponte Morandi. Le indagini continuano a far emergere responsabilità gravi per la gestione delle infrastrutture e per la sicurezza pubblica.

“È fondamentale che chi ha avuto responsabilità nella gestione delle infrastrutture ne risponda in tribunale,” ha commentato un portavoce del comitato delle vittime del ponte Morandi. “La sicurezza delle nostre strade deve essere una priorità per evitare tragedie simili in futuro.”


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