Il rapporto sul Benessere equo e sostenibile (Bes) presentato dall’Istituto di statistica (Istat) mette in luce una tendenza all’allargamento del divario di genere nella soddisfazione per la vita in Italia. Nel 2019, la differenza tra uomini e donne nel considerarsi “molto soddisfatti” era del 2,6%, ma nel 2023 questa discrepanza è salita al 3,9%. Questo aumento è significativo, con il 48,7% degli uomini e il 44,8% delle donne che si dichiarano molto soddisfatti. Inoltre, l’indice di parità, che misura il rapporto tra la percentuale di donne e uomini molto soddisfatti per la vita, si attesta a 0,92 nel 2023, evidenziando una chiara disparità di genere nel benessere soggettivo.
Disuguaglianze persistenti: non si tratta solo di soddisfazione per la vita, ma anche di altri indicatori di benessere soggettivo. Per esempio, la soddisfazione per il tempo libero e il giudizio positivo sulle prospettive future presentano un divario di genere pressoché invariato, con un indice di parità rispettivamente pari a 0,94 e 0,87.
Disparità legate all’istruzione e all’occupazione: l’analisi dei dati rivela una disparità significativa tra diverse fasce della popolazione. Le persone con titoli di studio più bassi sono svantaggiate su 49 degli 60 indicatori disponibili, con un divario particolarmente evidente nella percentuale di occupati che lavorano da casa. Inoltre, rimane inalterato il divario occupazionale tra le donne con figli piccoli e quelle senza, evidenziando una persistente disuguaglianza nell’accesso al lavoro.
Ottimismo contrastante: nonostante le sfide, c’è un’ottimistica nota positiva nel rapporto. Si osserva che coloro che sono occupati, soprattutto se sono in posizioni di responsabilità, guardano al futuro con maggiore ottimismo. Anche tra coloro che sono alla ricerca di una nuova occupazione, una significativa percentuale rimane ottimista.
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