Auto elettrica carica

UE, ambiente e società: la strada verso il 2035 ed il progetto delle “zero emissioni”

Centrale nel recente dibattito sull’ambiente e sui combustibili fossili è l’auto elettrica. In questi ultimi anni si è particolarmente incendiato il dialogo fra chi sostenesse a spada tratta questa nuova tendenza di mercato e chi, in fondo, sollevasse leciti dubbi in merito alla questione. Ciò che è certo, tuttavia, è che – ad oggi -, questa fervente diatriba non si è ancora spenta ma, anzi, risulta notevolmente alimentata anche a causa delle recenti dichiarazioni dell’azienda TESLA di esportare, gradualmente, una porzione consistente della produzione di batterie per auto elettriche di nuovo negli Stati Uniti.

Non staremo qui a disquisire sulle gigantesche implicazioni che questo tipo di decisione di Elon Musk rappresenta per il mercato europeo, ciò che è certo – però – è che la produzione di auto elettriche subirà un costo maggiorato in virtù dello spostamento della catena di produzione altrove, inficiando i costi di trasporto ed un ulteriore incremento di introiti e capitale per la società. Ma la tabella di marcia dell’UE è frettolosa, incalzante e rigida: il 2035 è l’anno di cesura (“horribilis”, direbbe qualcuno!), per la riduzione definitiva delle emissioni: è, dunque, fornito un breve periodo per riorganizzarsi adeguatamente alle nuove direttive di mercato, consapevoli – tuttavia – delle disparità che questo tipo di cambiamenti potrebbe generare.

Disparità di costi e discrimine tra i consumatori: il traguardo del 2035 tra novità e preoccupazioni

Ancora molto forte, anzitutto, è la dipendenza verso i combustibili fossili, nonostante i giacimenti petroliferi siano in dirittura d’esaurimento: ma le batterie? Lo smaltimento? Sembra che, come al solito, si tenda a fare i conti senza l’oste, nell’ottica che qualsiasi problema appartenga all’oggi piuttosto che al domani. Ma parliamo di conti giacché son stati nominati: secondo un recente rapporto pubblicato dall’ANSA, un risparmio effettivo avviene nel caso delle auto elettriche, ma il rapporto tra chilometri percorribili e ricarica ne risulta notevolmente indebolito.

In media, un’auto elettrica costa notevolmente di più rispetto ad una a benzina (la base per una vettura a benzina è di 16.800€ mentre per una elettrica si aggira sui 23.000€), e le cifre per la sostituzione di componenti e pezzi di ricambio soffre di una evidente disparità, in virtù anche della difficoltà di reperimento in un mercato che sta lentamente aprendosi a questo tipo di domanda da parte dei consumatori.

Scenario rappresentativo, questo, che isola notevolmente il mercato delle auto elettriche in una bolla quasi elitaria cui solo pochi possono accedervi, in un’Europa che pensa alle soluzioni ma non alle problematiche che queste ultime possono generare. Risulta chiaro, dunque, da questa disamina, che la strada tracciata dall’UE fino al 2035 sia profondamente positiva, ma non tiene conto di una fetta importante di cittadini che dovrà organizzare i propri spostamenti in maniera differente, mutando notevolmente anche il proprio stile di vita.

Si spera, pertanto, in programmi di smaltimento delle celle, in agevolazioni per l’acquisto di una vettura elettrica, in progetti per la tutela dell’ambiente e in investimenti per la produzione di energia rinnovabile che possano far fronte ad un nuovo fabbisogno che muterà lungo tutto l’arco della prossima decade.

Sovvengono, per tanto, le parole del Poeta: “Il mondo nostro, per la felicità, è poco attrezzato”, e sembra che a nuove soluzioni, sempre ulteriori problemi si aggiungano, problemi che devono essere risolti nei prossimi 12 anni.