Il commercio in Campania è in difficoltà. Gli effetti del lockdown e le conseguenze della guerra in Ucraina mettono in ginocchio imprenditori e compratori. L’effetto positivo post Covid è stato attenuato dal caro bolletta, dall’aumento dei costi del carburante e più in generale dall’inflazione. Secondo il report di Confesercenti sono oltre 3mila a Napoli le attività cessate lo scorso anno. Circa nove al giorno. È vero che nel frattempo ne sono nate altre, ma lo scenario occupazionale ed imprenditoriale desta preoccupazione.
“Il commercio è il settore trainante dell’economia regionale – afferma Antonio Marchiello, assessore alla attività produttive della Regione Campania – e questo grazie a migliaia di piccoli esercenti che ogni mattina danno vita al nostro Pil. È un momento di difficoltà e noi siamo pronti a sostenerli. Lo abbiamo fatto anche attraverso gli effetti del Testo Unico del Commercio con la legge 7/2020, istituendo i distretti commerciali ed i centri di assistenza tecnica. Diciamo ai commercianti di mettersi in rete. L’unione fa la forza. I Comuni e le associazioni di categoria devono essere propulsori per attivare i distretti. Ogni 15mila abitanti ne possiamo avere uno. I Comuni più piccoli possono anche associarsi. Il termine per avviare il tutto è il 30 giugno”.
I distretti organizzati potranno avere gli sviluppi che richiedono. È possibile migliorare il territorio, la segnaletica, l’illuminazione, il verde e l’arredo urbano. In pratica tutto ciò che valorizza i luoghi e può attrarre più persone dove ci sono le attività commerciali. Ma per fare tutto ciò è opportuno che si conoscano le normative. “I centri di assistenza tecnica – chiude Marchiello – sono elementi fondamentali per dare sostegno normativo ai commercianti. Sono stati istituiti con l’obiettivo di facilitarli nel percorso di adesione senza sottrarre troppo tempo alle loto attività”.
di M. Alt.